[Gli ani in faccia] Sony

Immagine di Digicord

Non c’è niente da fare, ci ho pensato su ma Sony questo ano in faccia se lo merita con la rincorsa. Qualcuno ben informato potrebbe obiettare che, in fondo, è colpa dei cracker se sono stati trafugati i dati di decine di milioni di utenti dal PSN e, a quanto pare, da SOE.

Cosa c’entra Sony se il mondo è pieno di gente cattiva?

Mettiamola così: uno che ti ruba in casa è un ladro e merita la galera, ma tu sei tenuto a provare a rendergli il più difficile possibile la vita: se vai fuori casa per un mese e lasci le chiavi attaccate alla porta, facendolo poi sapere a tutto il vicinato, il ladro che ti entrerà dentro casa e ti porterà via l’argenteria sarà sempre un ladro, ma tu hai peccato quantomeno di poca attenzione. E quando poi ripenserai al furto dovrai chiederti se valeva la pena litigare con la banda di ladri più scaltri della città per una stupidaggine (niente Linux su PS3 slim).

Insomma, Sony aveva milioni di account registrati da utenti che non sapevano di aver affidato i propri dati a un sistema di sicurezza che definire primitivo, in senso informatico, è un eufemismo. Inoltre, Sony ha compiuto nel corso degli ultimi anni una serie di errori di comunicazione che definire marchiani è riduttivo.

Quindi, cara Sony, sperando che i vari servizi online che offri tornino presto, appunto, online, ti becchi un bell’ano in faccia, che puoi tranquillamente esporre sulla homepage del PSN; quando tornerà a esistere una homepage del PSN, s’intende.

ArsLudicast 19: Play Senza Network

Doveva accadere prima o poi: dopo il cracking totale della PS3, c’è voluto poco per mandare nel panico i vertici di Sony con una violazione dell’intero network da parte di ignoti. Senza fare pessime dietrologie sull’attribuzione delle colpe (perché non ne sapremo mai niente) e senza andare in panico come i bimbiminchia che hanno scoperto di poter riavere una vita sociale, parliamo semplicemente delle piattaforme online, chiedendoci se sia opportuno ignorare che si stanno erogando dei servizi essenziali all’uso delle console e se sia giusto nascondere DRM e spyware nei giochi su console e in DD. Facciamo anche una breve carrellata di altre violazioni ed exploit accaduti sugli altri network che non hanno seminato panico d’abbandono tra i nerd italiani, e quindi non sono esistiti per i più. Non paghi, in appendice c’è anche un’esaustiva risposta ad una e-mail da parte di un ascoltatore che fa molte domande. Forse Troppe.

Questa puntata è condotta da Vittorio Bonzi e con lui ci sono Simone Tagliaferri, Matteo Anelli e Rudin Peshkopia in veste di troll boxaro.

Vi ricordiamo che se volete assistere come ospiti al podcastproporre un argomento di discussione o, perché no?, proporre un arrangiamento al Monopoli, potete farlo contattandoci a: arsludicast@arsludica.orgredazione@arsludica.org, oppure utilizzando l’apposito thread sul forum!

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Scaricate l’episodio:

Anteprima:
 

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Brano in Apertura:
Crystal Castle (Castlevania II: Belmont’s Revenge), di Hidehiro Funachi, arrangiato ed eseguito da Alessandro Monopoli

Brano in Chiusura:
Lemmings Theme, composto da Cold Storage e remixato da DabombInc.



Gaming Effect 17, un episodio incendiario

“Ehi ciao, è uscito Gaming Effect 17”
DICIASSETTE…
Argh, ha preso fuoco Aruba! Scaricatelo a vostro rischio e pericolo. Io prima di ascoltarlo ho lanciato l’acqua benedetta contro il monitor.
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Locandina episodio diciassette
Gaming Effect giunge al diciassettesimo episodio, quello che più di tutti ha richiesto una lunga opera di documentazione e ricerca.
Quale miglior argomento se non le disgrazie e le sfortune che hanno caratterizzato trent’anni di storia dell’industria videoludica?

Andremo ad analizzare le peggiori console mai concepite, comprese quelle che non vennero mai lanciate sul mercato o che arrivarono nei negozi, fallendo in termini di riscontri commerciali con risultati disastrosi.
Nel frattempo allieteremo le vostre orecchie con alcuni degli spot più celebri della storia del marketing legato ai videogiochi.

Passeremo poi a parlare delle software house più sfortunate, fonti di titoli poco apprezzati dal pubblico o che hanno perso lo smalto di un tempo, non proponendo più giochi in grado di appassionare.

Infine esamineremo i titoli che sono costati ingenti somme di denaro, non raggiungendo mai gli scaffali dei negozi oppure riuscendo ad arrivare sul mercato, con risultati qualitativi e commerciali bel al di sotto delle aspettative.

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