Lara Croft mostra (ancora) le sue nuove curve…

Lara Croft mostra (ancora) le sue nuove curve a 360°

Una notte con Lara Croft

Nuovi scatti alle curve di Lara Croft

Immagini e appuntamenti al buio per Lara Croft

Lara Croft si mostra negli ultimi screenshot

Warren Spector esce con Lara Croft?

Quelli che avete appena letto sono alcuni titoli di articoli o di news tratti da vari siti riguardanti l’ultima incarnazione di Lara Croft (in uscita per vari formati)… mi chiedo quando si riuscirà ad andare oltre questo fastidioso sessismo nei confronti delle eroine dei videogiochi. Ogni volta che si parla di una protagonista donna (ma anche antagonista o semplice personaggio secondario) sembra scattare la molla della battuta maliziosa che viene vista quasi come una necessità o il segno di brillantezza da parte di chi scrive. Il superamento di questo modo adolescenziale di affrontare la sessualità nei videogiochi dovrebbe essere un obbligo per la stampa specializzata… ma si sa, le scorciatoie del pensiero sono difficili da abbandonare. E allora è meglio partorire il solito titolo con doppio senso annesso (che, va detto, fa molta presa sul lettore urlante e sbavante) piuttosto che rendere un qualche altro contenuto del gioco. Vabbé, è vero anche che i publisher non aiutano, visto che non riescono a rifuggire da certi stereotipi di personaggio… in fondo devono tutti vendere… i problemi dovrebbe porseli chi compra. Utopia.

Silenzio

Il silenzio è angosciante… è per questo che i migliori momenti horror dei videogiochi (e non solo) sono sempre incorniciati dal silenzio. Quando l’azione prevale la tensione si smorza sostituita dalla frenesia e, magari, dalla paura. Il senso d’inquietudine va però smembrandosi. L’ignoto diventa noto ed eliminabile. Quei lunghi attimi che causavano un groppo al cuore vengono sostituiti da una scarica tanto più liberatoria quando l’eliminazione della minaccia è veloce.  L’orrore è sapere che qualcosa è in attesa, ma non sapere cosa… è un’ombra che sguscia in lontananza, è una figura evanescente non identificata che occhieggia da dietro un muro… quando il principio d’identità è sospeso si cammina nel vuoto, in una placenta di emozioni asfissianti ma piacevoli. Lo stato di cui ci si vuole disfarre è quello che rende unica un’esperienza… dove viene a mancare la tensione viene a mancare il gioco e subentra il giocato. Aspettarsi che accada qualcosa e vedere le proprie previsioni rivelarsi vere fa parte dell’effimero, come leggere una descrizione di una persona che si ha davanti in carne ed ossa, senza degnarla di uno sguardo.