Che fine hai fatto?

Il venerdì sono particolarmente acido.

Provare Chrono Trigger su Nintendo DS mi ha fatto venire in mente qualche pensiero che riporto in ordine sparso:

– Perché il GDR giappo perfetto non lo copia nessuno? Ok, ci avete provato a innovare, ma non ci siete riusciti. Tornate alla base e smettetela di coprirvi di ridicolo. Soprattutto, smettetela di sviluppare i Crystal Chronicles…
– Perché su Nintendo DS sto comprando solo remake? È da un po’ che di giochi esclusivi nuovi non ne prendo uno. Molti degli ultimi acquisti (da prima dell’estate) sono stati: Final Fantasy IV, Space Invaders Extreme, Arkanoid DS, Bangai-O Spirits e, ultimamente, il solo Castlevania: Order of Ecclesia (che faccio fatica a considerare nuovo… nonostante sia inedito). Ah, ovviamente c’è anche Chrono Trigger… Che succede al DS? Dov’è finita la sua carica rivoluzionaria? Carezzate il culo di qualche cane virtuale e lo saprete.
– Perché i giochi migliori della Square risalgono a quasi vent’anni fa? Giocare con Chrono Trigger ora e con Final Fantasy IV prima, mi ha fatto riscoprire perché ho amato la Square e perché, nonostante tutto, continuo ad acquistare i titoli che realizza… uff.
– Perché su una console a 16 bit era possibile sperimentare un titolo del genere e su quelle a 512 miliardi di bit no?
– I personaggi di Chrono Trigger non sembrano usciti da un numero di max dedicato ai metro sexual, oppure da un libro illustrato per pedofili. Ci vuole tanto a creare dei personaggi affascinanti ma con un minimo di dignità?

Se mi viene in mente altro, ve lo comunicherò immantinente.

Fallout 3

Sviluppato e pubblicato da Bethesda Softworks | Piattaforme PC, Xbox 360 e PlayStation 3 | Rilasciato nel 2008

Fallout 3 è burro ben spalmato con molti sobbalzi. La cura per le narrazioni secondarie, in cui alla Bethesda si prendono molta più libertà rispetto alla trama principale (vedi anche Oblivion) è forse l’elemento più pornograficamente ineluttabile. Fallout 3 non è Fallout 3 ma non poteva che essere così. È immenso, lo scenario è abbastanza coerente con quello dei primi due episodi, il senso di sfacelo è più o meno lo stesso, le possibilità offerte dal gameplay sono moltissime e si può andare avanti con l’approccio che si ritiene più opportuno tenere, anche se difficilmente si riuscirà a finirlo senza cadere vittima di una sparatoria. La tentazione di utilizzare il sistema S.P:A.V. contro i nostri idioti compari di Vault è troppo forte… e sparare in testa a dei colossi mutanti appaga, non ci si può fare niente, così come appaga diventare delle macchine di morte indossando un’armatura atomica con cui andrei volentieri a fare shopping a via del Corso.

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Wii Music

La confezione del gioco

La confezione del gioco

Sviluppato da Nintendo EAD | Pubblicato da Nintendo of Europe | Piattaforma Wii

Uno dei due titoli-chiave di Nintendo per la stagione natalizia (l’altro è Animal Crossing) è disponibile da pochi giorni sul mercato italiano.

Vorrei cominciare l’analisi del gioco dicendo subito cos’è e cosa non è Wii Music, poiché ritengo che Nintendo abbia svolto un pessimo lavoro di marketing, contribuendo ad affievolire l’interesse del pubblico per un prodotto che di per sé è già piuttosto di nicchia.

LIBERI (VIRTUALMENTE) DI INVENTARE

L’obbiettivo di Wii Music è creare (ri)arrangiamenti di vari brani, più o meno famosi, giocando sul cambiamento della velocità di esecuzione, dello stile e degli strumenti utilizzati per suonare, raggruppati in 6 tipologie diverse: basso, percussioni 1 e 2, accordi, melodia principale e secondaria. Gli stili funzionano come una sorta di preimpostazione, che va ad attivare o disattivare le 6 “voci” appena elencate inserendo gli strumenti ritenuti più adatti per quel particolare genere; l’utente ha comunque la possibilità di apportare le proprie modifiche, sia alla scelta degli strumenti che delle “voci” realmente attive.

Si tratta di un gioco che necessita di uno spiccato senso del ritmo: non è importante cosa si suona, ma quando si suona.

In tal senso, è assolutamente fuorviante ogni paragone con Guitar Hero o Rock Band, dal momento che nel titolo Nintendo il concetto di nota giusta (questo dovrebbe già far intuire come mai, in questo caso, abbia poco senso il punteggio) risulta estremamente labile, e non potrebbe essere diversamente visto che si tratta di un gioco che incentiva la creatività, stimolando l’utente a creare nuovi arraggiamenti.

Certo, chi vuole può benissimo utilizzare lo spartito-guida per riprodurre la canzone nella maniera più fedele possibile alla versione originale, ma così facendo, a mio avviso, non si sfrutta affatto un titolo pensato per un fine che, se vogliamo, è diametralmente opposto: rivoltare come un calzino (entro certi limiti) una canzone.

Il menu principale

Il menu principale

Come funziona Wii Music? E’ presto detto: tramite wiimote e nunchuck è disponibile una nutrita schiera di schemi di controllo, dipendenti dalla famiglia di strumento musicale riprodotto, che prevede oltre al motion sensing anche lo sfruttamento dei tasti e dello stick analogico.

Il concetto chiave è che non andremo mai (o quasi: ad esempio con la batteria standard il movimento del wiimote + A fa suonare grancassa e piatti, mentre wiimote + B aziona il rullante, con la chitarra lo stick analogico controlla il pitch bending, ecc.) ad avere il pieno controllo sulle note: non è possibile, insomma, scegliere liberamente tra un DO o un LA; sarà Wii Music a generare un suono che risulti “a tono” con la base armonica (fissa), lasciando all’utente il compito di stabilire il momento in cui farlo emettere e in alcuni casi la sua durata.

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Exodus from the Earth

Sviluppato da ToolsMedia Corp | Pubblicato da Parallax Arts Studio | Piattaforme PC | Rilasciato nel 2008

Ok, un gioco che inizia con un agente speciale che si lamenta perché gli sono state interrotte le vacanze per chiedergli di salvare il mondo manda un messaggio preciso. Immaginate il dialogo: “Hey ciao, il mondo sta per esplodere, che ne dici di salvarlo?” “Ma sono in vacanza!” “Dai su, è per la salvezza del genere umano!” “Ok, ma voglio essere ricompensato a dovere!”

Purtroppo sono ottimista, e non mi sono lasciato andare all’impulso primevo che mi diceva di disinstallare il tutto e fare finta di aver donato i soldi che mi è costato a una Onlus… purtroppo Exodus from the Earth è rimasto sul PC e ho deciso di proseguire.

Perché l’ho acquistato? Per una mia teoria idiota che è meglio non spiegare (vabbeh, la spiego, praticamente ogni tanto butto via soldi provando titoli alternativi di cui ho letto poco o nulla, ma che mi fanno scattare qualcosa… un minimo di curiosità… riassumendo: butto un sacco di soldi in merda).

I primi filmati, realizzati con il motore di gioco, sono una pena. Il protagonista è un tamarro con la battuta sempre pronta, simpatico come un calcio sulle gengive portato con una scarpa di carta vetrata.

E poi inizia il gioco. Lo stile visivo è quello tipico della fantascienza d’ammasso, ovvero è completamente privo di stile. Gli ambienti sono anonimi e privi di appeal e l’impressione iniziale di relativa povertà generale verrà confermata lungo tutta l’avventura.

Casse ovunque, medikit buttati a caso, molto metallo, qualche terminale con i soliti pulsanti giganteschi… insomma, tutto nella norma. Molto sotto la norma, invece, è la mancanza cronica di dettagli che caratterizza ogni singolo elemento… sembra di essere tornati alla fine degli anni ’90.

Ma andiamo avanti che c’è da ridere. read more