Retro City Rampage

retrocityrampage 2013-06-17 19-21-57-11Se vi facessi una rapida lista degli ultimi 20 giochi a cui ho dedicato del tempo potreste maturare il legittimo sospetto che la componente “free roaming” costituisca un fattore determinante nell’orientamento della mia attenzione.
E avreste ragione, se solo a Rapelay, tra una ragazza e l’altra, si potesse uscire a fare due passi in libertà e guardare passanti poligonali girare in circolo intorno ad un palazzo … sarebbe un gioco perfetto. Che volete che vi dica, è la dimensione vibrante dell’umanità che mi attira, quella sensazione di libertà tanto agognata, la prospettiva secondo la quale anche uno stupratore seriale in fondo è un essere umano che mangia Hot Dog e ruba impunemente costose berline, come tutti noi.
Così non è l’alta definizione delle tette di una minorenne giapponese che riesce a catalizzare il mio tempo libero, piuttosto il cuore di un gioco straordinariamente vario e libero come quello di Retro City Rampage, dove si fanno cento e una marachelle senza annoiarsi mai.
E pace se non c’è la modalità “tentacle rape”.
In barba a tutti gli sviluppatori contemporanei, qua di alta definizione c’è solo quella del dizionario (agg [in senso figurato] nobile, grande, fine, sublime, eccelso), tutto il resto è un tripudio di coloratissimi pixel che svolgono ottimamente la loro funzione poiché, esattamente come Minecraft qualche anno fa, non è il numero di poligoni che determina il successo ma il maledettissimo gameplay, e lo smodato numero di ore che avete passato sul vostro cellullare a tagliare frutta è li per provarlo.
Calati nei panni di “Player” (ottimo modo per iniziare), avrete a disposizione una sorta di GTA in versione 8-bit, completamente bidimensionale ma con vagonate di umorismo e una varietà di gameplay inaspettata, side quest, bonus, upgrades e sbloccabili.
Sono le citazioni a farla da padrone, con una opening scene rubata integralmente al Batman di Nolan, e un caotico susseguirsi di Back to the Future, Sonic, Cannon Fodder, Super Mario, Knight Rider, Paper Boy, e tonnellate di altra fuffa, tutto compresso e sparato in una trama delirante che non delude mai.

gli anni 80 vibrano, chettelodicoaffare

gli anni 80 vibrano, chettelodicoaffare

Niente doppiaggi, niente motori grafici da next-gen, niente online, solo tante idee rubate e un progetto divertente quanto furbo e ben eseguito, per dimostrare che le “regole del mercato” sono un’invenzione di chi non ha niente di nuovo da dire, ma vuole comunque continuare a dirlo.
Certo il gioco non è esente da difetti, il sistema di controllo, per esempio, diventa presto troppo impreciso per il livello delle sfide proposte, ma d’altra parte è anche vero che un tempo (il tempo a cui RCR si ispira) i giochi avevano la sinistra tendenza ad essere parecchio difficili da portare a termine, non come i laser game moderni.
Quindi mi sento legittimato a fare il fan-boy ed esclamare: “Questo è il gioco più bello di sempre e non verrà mai superato.”

p.s.
Ora pretendo una declinazione 8-bit anche di un rpg Bethesda, in modo da poter avere finalmente un gioco decente per le mani che sia degno di essere chiamato “di ruolo”.

questo articolo è stato scritto ascoltando
Fink – Biscuits for Breakfast (2006)


ArsLudicast 310: Live Streaming – Hangout to Extinction

Appeso

 

Grazie alle nuove e fantastiche, ancorché claudicanti, funzionalità dell’hangout di Google+, l’allegra combriccola ha improvvisato una puntata in live streaming sul Tubo, rispondendo fra l’altro ai commenti dei pochi fortunati (?) presenti all’evento. Il resto di voi che volesse rinunziare alla grazia ricevuta di essere mancato, può ora farlo con la differita. Simone Tagliaferri, Matteo Anelli, Alessandro Monopoli e Rudin Peshkopia, biasimati con merito da Vittorio Bonzi, di ciò hanno grossomodo favellato:

Sfottò vari sull’Icsbocsone, scritto proprio come si pronunzia;

Il WiiU sta piantando una figura da cioccolataio, e se viene irriso pure da noi è proprio allo zenith della sfiga;

Sony dà la scelta ai publisher in merito alle politiche sull’usato, con allegato un sublime saggio del comprendonio dei due romaneschi;

Multiplayer.it è più amato dagli italiani delle cucine quelle là, al punto che un pischello fugge di casa per baloccarsi nella monumentale sala giochi interna;

– Breve momento di raccoglimento sulla coppia che lascia le due figlie al macero per giocare a World of Warcraft. Potevano ridursi come noi, ma ci pensate?

Segue la miniplaylist:

Injustice

Call of Juarez: Gunslinger

God of War: Ascension

Dust: An Elysian Tale

Dust 514

– Breve commento sul perché Dragon Quest IX è bello

E si chiude in magnificenza con l’Aneddoto del Monopoli, la biografia di un gatto che spalancherà il vostro sguardo sul mondo.

E stiamo pure stretti con le battute razziste e sessiste.

 

Scaricate la puntata:

 

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Niente brani di apertura o chiusura per questo episodio. Perché è lungo, perché così non si perde il sapore del live, perché vi strappiamo la lingua se fate domande (e allora sì che il sapore si perde per davvero).

Vi ricordiamo che se volete assistere come ospiti al podcastproporre un argomento di discussione, farci tantissimi meritati complimenti e insulti (meritiamo entrambi), o proporre un arrangiamento al Monopoli, potete farlo contattandoci a: arsludicast@arsludica.org, oppure utilizzando l’apposito thread sul forum.