Dragon Age Origins

Sviluppato da Bioware| Distribuito da Electronic Arts | Piattaforme: PC, Xbox 360, PlayStation 3 | Pubblicato 2009| Sito ufficiale

Nota: l’articolo è stato scritto provando le versioni PC e Xbox 360 (quest’ultima solo per notare le differenze nell’interfaccia).


Dragon Age Origins è la morte del concetto di gioco di ruolo all’occidentale, probabilmente la sua massima espressione ma anche la negazione della possibilità di spingere oltre una formula che appare ormai immota. Nella sua perfezione evidenzia tutti i limiti derivati dai compromessi che si sono abbattuti sul genere nel corso degli anni. La necessità di sottomettere il genere a logiche di produzione nemmeno troppo sotterranee ha prodotto il capolavoro di un certo modo di esprimere il fantasy nei videogiochi, in copula diretta con l’estetica de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson, da cui copia moltissimo, a partire dalla maggior parte delle inquadrature dei filmati che creano una liason inscindibile con un immaginario ben stagionato e facente parte della retorica culturale dominante, più che della sua messa in discussione.

Parlandone, molti hanno citato i Baldur’s Gate. Il collegamento è evidente, così come la continuità rispetto a quell’esperienza. Il problema è che le similitudini sono così marcate da consentire di affermare che di passi in avanti da allora ne sono stati fatti pochissimi. Anzi, a dirla tutta la gestione del party è stata semplificata, sia a livello di azione vera e propria, sia a livello di gestione della crescita dei singoli personaggi. Probabilmente sembrerà una bestemmia ai più, ma considerando soltanto la storia della Bioware, Dragon Age Origins è un passo indietro rispetto a Mass Effect che, non dovendo giustificare la sua natura ibrida, era molto più definito nelle sue caratteristiche e molto più libero di essere. Qui è evidente la volontà di creare un gioco che celebri il passato del genere su PC, senza dimenticare o discriminare troppo gli utenti console. Il risultato è, come già detto, perfetto ma castrante. Chi vorrà andare oltre dovrà vedersela con la Bioware, oppure dovrà girarsi completamente da un’altra parte. Le alternative avranno vita durissima, perché Dragon Age Origins è sedimentazione pura, un monolite difficilissimo da abbattere.

Figlio di cinque anni di gestazione e di uno sforzo produttivo immenso, chiede al giocatore di guidare un party, composto da un massimo di quattro personaggi, nella lotta contro la cosiddetta “Prole oscura” che sta minacciando il mondo dei ‘civili’ (in effetti parlare di bene contro male appare abbastanza stucchevole vista la quantità di stronzi che popola il mondo degli umani). Già qui è forte il richiamo al Signore degli Anelli, ma è il proseguo della trama a confermare tutte le impressioni chiedendoci di riunificare diverse razze per affrontare tutti insieme la terribile minaccia la quale, per la cronaca, era già stata sconfitta in passato ma è tornata più forte che mai guidata da un arcidemone vestito da drago.

Creato un personaggio e superato un prologo in cui la situazione, già di per se tragica, viene ulteriormente peggiorata, bisogna vagabondare per le diverse locazioni attive sulla mappa andando a parlare con i diversi capi di questo mondo in preda al caos. Ovviamente bisognerà risolvere numerose quest (ottenibili dagli abitanti dei vari insediamenti e leggendo delle bacheche… AAA cercasi ammazzadraghi per disinfestazione di un appartamento. Sbrigarsi perché la moquette costa), si potranno raccogliere centinaia di oggetti differenti, si affronteranno molti nemici e, perché no, se si è bravi si tromberà pure. Il party si gestisce con un’interfaccia ibrida che consente di posizionare la telecamera alle spalle del personaggio selezionato o a volo di uccello. Dopo qualche tentativo ho trovato comodo alternare le due visuali, anche se avrei preferito che in quella a volo d’uccello le pareti che vanno a coprire i personaggi diventassero trasparenti così da non dover ruotare continuamente la telecamera.

Visto che sono una persona coscienziosa (non si direbbe, in effetti), ho deciso di scrivere questo articolo solo dopo aver provato il gioco anche su console. In effetti le minori possibilità di gestione dell’interfaccia peggiorano parecchio l’esperienza di gioco. Mi rendo conto che avendo provato prima la versione più completa, che poi è anche quella per cui è stato progettato originariamente Dragon Age, l’effetto negativo prodotto dall’altra sia stato accentuato, e ammetto anche che, abituato a tutte le opzioni della versione PC, i controlli castrati della versione per Xbox 360, pur se ben studiati vista la quantità di opzioni del gioco, mi hanno messo in difficoltà più del dovuto (i downgrade sono sempre traumatici).

Paradossalmente ho apprezzato il fatto che il motore grafico non sia stato appesantito eccessivamente per correre dietro al conteggio dei poligoni o alla misurazione della superficie occupata dalle texture (solitamente inversamente proporzionale all’intelligenza di chi si perde in disquisizioni sul tema). Sarà che sto invecchiando, ma avere un gioco fluido su PC senza dover perdere tempo in lunghe ore di tuning lo considero un pregio, anche se per ottenerlo c’è bisogno di sacrificare qualche effetto.

L’articolo è apparso originariamente su: Babel 19

7 commenti su “Dragon Age Origins

  1. Io credo che l’evoluzione del gioco di ruolo abbia ragioni generazionali: sia l’evoluzione del mercato delle console che la distribuzione capillare dei pc degli ultimi decenni ha sottratto sempre più tempo ai giocatori e spinto i programmatori sempre più verso la facilità e l’immediatezza…spezzando nel contempo una lancia anche a favore dei più giovani, che sono poi quelli che meno sono vissuti nel periodo di frenzy grd-istica segnato da AD&D (2°edizione) e, sul lato videoludico, da Baldur’s Gate e Icewind Dale.
    Chiaramente, Dragon Age NON è Baldur’s Gate: niente aree vuote dove vagare, niente compagni che si incontrano per caso e sopratutto, niente compagni che muoiono o game over immediato in caso di morte del protagonista. Tutto è semplificato come in NWN prima e nei vari KOTOR (i veri predecessori, incrociati poi con le meccaniche di WOW, sia di Dragon Age che di Mass Effect) dopo.
    Ma anche con Mass Effect, Dragon Age non ha molto a che fare. Mass Effect era rovinato da un finale tra i più deludenti mai visti, da un inventario pieno di oggetti VERAMENTE inutili, e sopratutto da una marea di varianti insensate (compagni e poteri vari in primis) che davvero favoriva solo e soltanto le armi più forti e il massimo a tutte le abilità relative. Dragon Age è, invece, più difficile e più appagante (a patto che non si abbiano tre maghi nel party, nel qual caso è una passeggiata:D): si è quasi sempre in inferiorità numerica, e i guerrieri prima o poi, anche per questo, muoiono in fretta. Un pò di tattica è quasi sempre necessaria, e i risultati si vedono e all’occorrenza divertono. Anche la storia, pur non avendone visto il finale, è più coerente e scorrevole di quella di ME (che alla fine si risolveva in: vai sul pianeta tale, c’è Saren che sta facendo casini, sventa i piani di Saren…il tutto a corredo di XX pianeti inutili con 3-4 dungeon sempre uguali). Si ha la curiosità di finirla per vedere se, una volta tanto, le varie scelte portiano davvero a sviluppi diversi nella trama.
    …insomma, Dragon Age è bello, anche se non molto innovativo e facilmente annoiabile, alla lunga (…ma come un pò tutti i gdr, dopotutto). Sicuramente, per tutti coloro che hanno amato Baldur’s Gate, potrebbe far intristire un pò l’idea che, effettivamente, i gdr videoludici abbiano ormai questa forma, e basta. Ma non si può mai sapere. Si può sperare che prima o poi, alla Bioware, si facciano un mezzo esame di coscienza o che al massimo abbiano un attacco di sincera nostalgia.

  2. ..io l’ho giocato solo su xbox360…per me che non sono un estimatore del genere è stato un capolavoro:scadente o quasi come grafica ma mai prima d’ora mi ha importato così poco..gran trama,grandi personaggi,larga costomizzazzione del party,scelte morali marcate,un sacco di subquest..c’è da perdersi in questo gioco:io faccio i miei più vivi complimenti a Bioware(chissà se lo avessi giocato su pc)

  3. “scadente o quasi come grafica”

    wut?

    Sarà che sono abituato a giocare RPG di qualche lustro fa, ma Dragon Age a me è parso eccellente da un punto di vista grafico… notevole anche per il comparto scelte/conseguenze (molto più di Mass Effect e della maggior parte degli RPG da Arcanum ad oggi) e per le possibilità di caratterizzazione del personaggio. Forse uno dei migliori RPG dai tempi di VTM: Bloodlines e della compianta Troika.

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