Più il senso di una cosa è visibile, chiaro, gigantesco, brillante, e più diventa sfuggente e inafferrabile.
Sono entrato in Second Life per capire Second Life. E qualcosa ne ho tratto. I Linden hanno creato una macchina che mira alla bancarotta emotiva prima ed economica poi dell’utente. Senza soldi non si fa praticamente nulla. È la regola.
Second Life è frequentato da poca gente e quello che solitamente viene descritto dai molti esegeti dei mondi virtuali è l’eccezione e non la regola. La maggior parte del tempo non succede niente di eccezionale all’interno del gioco (possiamo chiamarlo così?)
Probabilmente per appassionarsi bisogna entrare nel concetto della sua società, che è poi lo stesso che regola quella reale. Quindi se non siete appassionati di sesso virtuale e non siete degli esteti degli avatar, statene fuori. A parte spendere soldi in assurdità per modificare il proprio pupazzo virtuale, c’è poco altro che valga la pena descrivere. Almeno dal punto di vista ludico.
In Second Life si… chiacchera. Si frequentano posti alla moda e si spendono soldi per avere un personaggio adatto a fare sesso virtuale. Essere cool è la parola d’ordine, cercando di diventare nella realtà virtuale quello che si odia nel mondo reale… sembra quasi una seduta di psicanalisi, detta così.
Niente di eccezionale o di diverso da quanto descritto dai giocatori comuni, quindi.
No, non vi preoccupate. Quello che ho capito non sono queste immense banalità. Anzi, diciamo che quanto brevemente descritto è proprio quello che mi aspettavo.
Eppure, dopo un paio di giorni passati nel gioco ad annoiarmi e a cercare “l’eccezionalità”,qualcosa ho capito.
In Second Life non accade mai veramente nulla. Quanto viene descritto dalla critica, specializzata o meno, risponde alla descrizione di “urlo nel deserto”, ovvero di eventi particolari a cui si vogliono attribuire significati profondi e ineluttabili e che invece sono soltanto un nulla che si perde nella massa vuota che li circonda. Stupri, racket palazzi magnifici costruiti da multinazionali a caccia di pubblicità e tutti gli altri eventi descritti nei mesi scorsi, sono poco o niente se confrontati con tutto il resto. Non per niente, dopo l’esaltazione iniziale, le aziende che avevano scelto di investire in Second Life si sono rese conto di aver seguito delle sirene e hanno iniziato a fare dei passi indietro. Il business è possibile, ma non è miracoloso come lo si vuole descrivere e prima di riuscire a vendere bevande saporite in un mondo virtuale credo che dovremo attendere ancora qualche tempo. Purtroppo la paura di non esserci, ha portato molti ad investire milioni in pubblicità che sono state viste da una manciata di persone, oltretutto distratte da ben altro quando sono nel gioco.
Anche la tanto decantata creatività degli utenti è una chimera, visti i mezzi limitati che il gioco mette a disposizione.
Eppure la critica continua ad adorare Second Life. Lo adora più di World of Warcraft, che ha, facendo un conto rozzo e veloce, 30 volte circa i suoi giocatori. Lo adora più di Counter Strike, che da anni vede milioni di persone impegnate sulle sue mappe. Insomma, Second Life appare essere più un fenomeno costruito dai critici militanti e dai giornalisti generalisti della domenica che dalle sue qualità o dal successo smisurato di pubblico… e in fondo ci siamo caduti tutti nella trappola di vederci dentro il futuro… il futuro.
Ma anche qui non ci siamo. Non è questo quello che ho capito.
Provando Second Life ho cominciato a chiedermi i perché di tanta esaltazione da parte di critici e artisti della domenica. La critica si esalta perché il mondo di Linden è originale e innovativo? Assolutamente no, molti altri MMOG permettono interazioni più profonde e articolate. L’esaltazione è dovuta a profonde questioni sociologiche? Nemmeno, visto che i giochi già citati (WoW e CS) hanno un impatto sociale decisamente maggiore. Gli artisti trovano in Second Life nuove possibilità espressive? Niente che vada oltre il mangiare una banconota, cagarla e venderla, verrebbe da dire. E allora? Cosa c’è in Second Life di così speciale? E soprattutto, perché anche molte persone che non saprebbero neanche installarlo lo citano continuamente?
Il nome.
Se devi scrivere un testo per cercare di fare colpo e rimorchiare Second Life è perfetto. Si fosse chiamato in qualsiasi altro modo l’effetto sarebbe stato infinitamente meno incisivo.
Immaginate un critico qualunque: ex-bambino prodigio di buona famiglia, sofisticato e pieno di se, partecipe del mondo in modo rigorosamente postmoderno (questa è gente che riflette sui propri peti, tentando di capire come farli incorniciare nel mondo dell’arte attribuendogli un senso profondissimo, ricordatelo sempre) e perennemente alla ricerca di un modo per farsi notare dai suoi pari. Ora, nominare, non so, World of Warcraft non va affatto. Al limite il titolo Blizzard lo si può usare scrivendo qualcosa sul disagio della nostra società sempre più chiusa in se stessa. Oltretutto, l’interlocutore poco informato, non rimarrebbe affascinato da parole di cui non conosce bene l’oggetto. Insomma, tirare fuori WoW in un qualsiasi discorso è da sfigati e porta alla commiserazione.
Second Life, invece, apre un’infinità di possibilità. Il titolo in se è già un mondo a parte, qualcosa che tutti sognano intimamente e cercano in ogni gesto che compiono fuori dall’ordinario. Una Second Life, la possibilità di una vita diversa, altrove, in un luogo remoto e inattaccabile dalla propria quotidianità.
Non c’è bisogno di un buon gioco dietro ad un titolo del genere perché è il titolo stesso che lo trasforma creando un’aspettativa immensa in chi lo recepisce. Anche chi non conosce assolutamente i mondi virtuali rimane affascinato dall’accoppiamento della parola Second con la parola Life. Il critico intimamente lo capisce ed elegge il titolo Linden come “avanguardia”, come opera assoluta che supera tutte le altre e che monopolizza i suoi discorsi.
L’unica idea geniale nella Linden è stata forse quella di dare al proprio MMOG un titolo tanto evocativo. Le parole second e life, unite, sono un’inesauribile fabbrica di senso per la nostra società, che vede nell’evasione dalla realtà una delle sue poche ragioni di essere.
Da qui iniziano le farneticazioni su questo mediocre mondo virtuale e gli eventi più sciocchi vengono fatti diventare eccezionali per cercare di tirarne fuori un senso che non esiste oppure che è assolutamente incidentale. L’importante è poter pronunciare sempre più spesso le due paroline magiche, colpendo letalmente l’interlocutore, che le ama a prescindere, senza il bisogno che chi le usa sia particolarmente brillante o capace di aggiungere qualcosa di suo.
È proprio così, è comunque bello sentirlo dire ancora una volta in un intervento del genere. Perché SL e non Penguin Island o Habboo Hotel o WoW? Perché si è sperato che SL potesse diventare qualcosa di più e fino a un certo momento lo si è creduto veramente.
Se esistesse un SL open source e non a pagamento forse potrebbe veramente diventare qualcosa di interessante.
Ma essendo realisti in un futuro nemmeno tanto lontano ci si ricorderà il gioco della Linden come quello che ha ispirato MyWorld (o come diamine si chiamerà) di Google.
Insomma essere fighetti di cattivo gusto videoludico è IN, mentre avere un minimo di attenzione per il divertimento è OUT.
Sorvolando sull’ingnoranza dilagante, e il non cogliere la differenza tra social network mondo virtuale e videogame.
Mi chiedo anzi come fai a classificarlo come tale…
Hai identificato delle caratteristiche tipicamente ludiche?
O meglio sei in grado di fornire uno strumento efficace per classificare ciò che é videogame e cosa no? Non credo, almeno per il momento ci dobbiamo affidare al come viene proposto il prodotto.
Perché tutti quanti si sono interessati a Second Life?
Perché non é stato presentato come videogame (che diciamo, per essere buoni, raramente, ed erroneamente, vengono presi sul serio dalla massa), certamente per il nome accattivante ma ridurre il successo di un mondo virtuale come epifenomeno del nome mi sembra decisamente azzardato.
Second Life é una piattaforma, uno dei primi e meglio riusciti e diffusi tentativi di piattaforme virtuali di social network, un esperimento in piena filosofia user generated content. Che poi questo abbia permesso a mezzo mondo di sfogare i propri istinti sessuali repressi, é un altro conto.
Perdono per i due commenti ma nel primo devo aver sbagliato qualcosa con i tag, e non si capiva…
Sorvolando sull’ingnoranza dilagante, e il non cogliere la differenza tra social network mondo virtuale e videogame.
Mi chiedo anzi come fai a classificarlo come tale…
Hai identificato delle caratteristiche tipicamente ludiche?
O meglio sei in grado di fornire uno strumento efficace per classificare ciò che é videogame e cosa no? Non credo, almeno per il momento ci dobbiamo affidare al come viene proposto il prodotto.
Perché tutti quanti si sono interessati a Second Life?
Perché non é stato presentato come videogame (che diciamo, per essere buoni, raramente, ed erroneamente, vengono presi sul serio dalla massa), certamente per il nome accattivante ma ridurre il successo di un mondo virtuale come epifenomeno del nome mi sembra decisamente azzardato.
Second Life é una piattaforma, uno dei primi e meglio riusciti e diffusi tentativi di piattaforme virtuali di social network, un esperimento in piena filosofia user generated content. Che poi questo abbia permesso a mezzo mondo di sfogare i propri istinti sessuali repressi, é un altro conto.
Ora vorrei sapere quali? Non mi pare che vi sia un interazione con la virtualità più profonda, del poter creare, manipolare la stessa. Nelle interazioni intrapersonali lo stesso, quali MMOG permettono un tale livello di personalizzazione, e a livello interpersonale si sono andate a creare molteplici sub-culture le quali hanno potuto creare, qualcosa di loro. Questa caratteristica, il creare non é qualcosa che trovi in altri MMOG (per quanto SL non faccia parte di questa “famiglia”), e dalla mia esperienza nessun mondo virtuale permette lo stesso grado di complessità.
La questione dei soldi, io credo che la differenza starebbe nella partecipazione, vi é anche l’ipotesi che il dover pagare per i territori e per caricare parti abbia fatto un po’ da filtro (ma questo é qualcosa di un po’ azzardato). E vorrei ricordare che SL é open source .
È vero, come dice Mando, che molto probabilmente verrà ricordato come predecessore di altri mondi virtuali (anch’io personalmente punto su BigG).
Ma, come ogni primo esperimento (e personalmente lo ritengo di successo), si contiunera a parlarne molto a lungo mantenendolo come punto di riferimento per il futuro.
Ti aggiusto io il commento. In effetti non ho idea della funzione di quel cite=””.
Karo Karat, mi aspettavo una sorta di “diario di viaggio” ma in effetti l’hanno già fatto in tanti (pure Ammaniti).
Second Life non va visto come un videogame: punto.
E’ una forma avanzata di comunicazione, peccato che sia poco immediata.
Se ne riparlerà con l’arrivo dei computer quantici, presumo.
Nel frattempo se mi capita proverò a bazzicarci anch’io, ma se non l’ho ancora fatto è perché quel che ho letto a proposito di SL non mi ha stuzzicato particolarmente… 🙁
Magari a me farebbe un altro effetto, chissà. Mai dire mai.
Non sarebbe piu’ corretto chiamare SL una simulazione?
Come avete ripetuto un gioco non lo e’, su questo concordo pienamente.
Caro Oralion,
Interessanti certe tue precisazioni (però la solita, banale, stupidaggine sull’ignoranza dilagante te la potevi risparmiare), ma dimentichi di sottolineare che l’intervento degli utenti in Second Life è legato alla quantità di soldi che uno vuole investirci sopra. Se non si tiene conto di questo fatto, ogni altro discorso decade e viene macchiato da una certa, come dire, faziosità di fondo. Quindi precisiamo per chi legge che questa supposta “esplosione di creatività” consentita dal mondo virtuale della Linden, di cui ammetterai il background derivato dai videogiochi intesi in senso più tradizionale uniti con il concetto di social network, è fortemente vincolata alla propria carta di credito più che alla creatività nuda e cruda.
Sulla questione interattività specifico meglio perché mi sono espresso in modo ambiguo. Per interattività intendo il cosa posso fare una volta entrato nel mondo virtuale 3D (chiamarlo videogioco potrebbe offendere qualcuno, non sia mai… non vogliamo svilire nessuno). Ovvero, io avatar che entro in Second Life, come passo il tempo? Il 90% (o era l’85%… devo ritrovare la statistica. Perdonate questa imprecisione) della gente acquista un pene o una vagina e tromba (e questo dovrebbe dirla lunga sul futuro che ci aspetta), per dirla alla rozza. Per il resto si gira per il mondo e si guarda… a meno di non tirare fuori la carta di credito e pagarsi le cose da fare (ma guarda, proprio come nella realtà).
Insomma, rispondi tu a questa domanda: se non pago, che livello d’interattività offre Second Life oltre a chattare e a compiere qualche azione ordinaria senza peso?
Aggiungo inoltre sulla questione del nome.
Sì, considero il nome importantissimo per il successo “mediatico” di Second Life proprio per l’infinità di significazione che le due parole associate producono. Che poi conti moltissimo anche la possibilità di fare sesso virtuale in modo avanzato non voglio assolutamente negarlo…
Una domanda: passando un paio di giorni in Second Life ho capito che il sesso lì dentro è l’attività cardine che impiega la maggior parte dei frequentatori del mondo della Linden. Perché, però, quando si parla di Second Life il sesso non viene quasi mai citato dai suoi esegeti o viene messo a margine del discorso? Insomma, è come leggere una descrizione della Cappella Sistina in cui il Giudizio Universale non viene neanche citato.
AUG: quindi, non so, Flight Simulator non è un gioco perché è una simulazione.
Mi spiegate perché non considerate Second Life un gioco?
Mi chiedo ignorantemente se nessuno abbia mai pensato di intendere Second Life come una “piattaforma di gioco” e non come videogioco a se: crearsi un avatar e farlo barbonare, riuscire a rimorchiare senza un centesimo, far finta di essere uno zombie e molestare i passanti…esiste una sorta di giustizia virtuale che impedisce di fare ciò?
Ci sono arrivato ricordandomi dell’unica mia sessione di gioco di “The sims”, in cui mi scoprii più divertito a far degenerare il mio “avatar” piuttosto che farlo progredire.
Ma come Karat, si spiega da solo: in Second Life si vince o si perde? Per farlo, devi giocare a un gioco “all’interno di Second Life”, e non con SL.
Inoltre, se interagiamo con altri in UNO o POCHI modi diversi siamo all’interno di un gioco, se interagiamo invece come ci pare siamo all’interno di un mezzo di comunicazione, o appunto a una simulazione. Ma allora anche i forum potrebbero essere delle simulazioni…
Non esistono solo giochi in cui si vince o si perde, almeno non in senso antropologico.
Beh, si può anche fare un discorso generale, ma a questo punto anche la nostra vita potrebbe essere un gioco. Un videogame ha sempre e comunque degli obiettivi da raggiungere per proseguire con “la partita”. Altrimenti finisce o va tutto in malora, Sim City non ha il game over ma poco ci manca, voglio vedervi in braghe di tela pieni di debiti con la vostra città devastata.
Comunque, da quanto dici l’obiettivo di Second Life sarebbe quello di fare soldi e avere successo?
Uhm… mi ricorda qualcosa… 😀
Mi sono perso, non stiamo andando un po’ OT? Stiamo definendo cos’è un videogioco, criticando SL per com’è fatto o per come viene usato?
Sono convinto che qui non freghi una ceppa a nessuno di SL, eppure sento una certa acidità in alcuni reply che mi fa pensare ci siano dipendenti della Linden o frequentatori accaniti (nulla di male ci mancherebbe) 😀
Comunque il nome non è una fesseria e guardate che citare SL in un quotidiano apre un discorso accessibile a tutti. In fondo si fa lì quello che si fa o si vorrebbe fare nella realtà. Cosa c’è da capire?
WOW d’altronde ha un tipo di complessità decisamente maggiore, il linguaggio è criptico, inziatico e si combattono draghi a cavallo di dinosauri. Vi sembra chic?
L’unica cosa che so è quanto odio il postmodernismo.
@Leviathan
Questo spunto è molto interessante e forse la vera domanda. Si possono “piegare” le regole di SL? Il vero fascino dei MMO secondo me risiede in quello.
Se io posso “scroccare” visite al Louvre virtuale allora qualcosa può smuoversi, altrimenti con gli stessi soldi il cocktail me lo bevo a Milano. Che razza di rivoluzione sarebbe?
@lamb-O
Cosa sarebbe poi? Una corrente artistica? Ma non era roba da anni ’90, forse ora siamo nel post-preveggenza, dove vederci lungo non fa più tendenza ma bisogna lavorare su quello che si ha. Boh, all’università quando si attaccava con questi discorsi andavo al bar 😀
E poi io odio i critici accreditati. I guru. Gli intenditori. E soprattutto, gli opinionisti.
Nei film di Woody Allen questi soggetti sono mostrati alla perfezione.
@Coolcat: ma dove la vedi l’acidità? 😀
A me importa di Second Life, penso che sia un modo avanzato di interagire con gli altri, penso che sia essenzialmente una naturale evoluzione tecnologica di chat, forum et similia, ma mi rogna che sia considerato un videogame.
Allora sarebbe il primo videogame in cui DiPietro ha tenuto una conferenza online.
Ma che videogame del piffero è?
Lo scopo primario di second Life è comunicare e far incontrare le persone in luogo virtuale.
Un videogioco, per come la vedo io, è sempre una sfida da vincere o superare.
Non tutti i videogiochi hanno degli obiettivi da raggiungere. Sono pochi quelli che non li hanno, ma ci sono. Penso a Cloud, penso ad electroplankton penso ad alcune modalità di Flight Simulator, tanto per fare qualche esempio. Vogliamo dire che tutti quelli citati non sono videogiochi? E cosa sono?
@AIO: scherzavo naturalmente 😀
Allora il discorso è se SL sia o meno un videogioco. Io credo che su questo punto AIO abbia ragione, si tratta di un social software avanzato. Un simulatore presenta una sfida e credo che quella sia essenziale per paralre di un videogioco, magari con obiettivi liberi o assenti, ma la sfida ci vuole.
Ho cercato la definzione di “video game” sul dizionario della Oxford Press:
a game played by electronically manipulating images produced by a computer program on a television screen or other display screen
a questo punto ho cercato la voce “game”:
form of play or sport, esp. a competitive one played according to rules and decided by skill, strength, or luck.
Ma il tizio che ha scritto la voce sul dizionario Oxford secondo te ha mai giocato a un videogioco?!? Ne sa di più il mio salumiere…
Second Merd vi fa schifo e volete negargli perfino la dignità di videogioco per non vedere accomunata la vostra/nostra passione/attività di videogiocatori, a esso.
È un po’ come se Pavarotti (è morto, vabbè) dicesse che Cristiano Malgioglio non è un cantante. Non sarà un artista, ma, anche se fa cagare a spruzzo, è un cantante anche lui.
In realtà, se pensiamo all’idea che un gioco implichi bravura, resistenza o fortuna e le inserimao in un contesto di sfida, ci manca solo la manipolazione di immagini visive e abbiamo un videogioco.
Secondo me a Oxford giocano 😀
La mia esperienza con Second Life è ridotta, forse ci ho occupato meno tempo di quanto avrebbe meritato ma stare in una chat con gli isolotti dopo un po’ scazza. Dice bene Karat, anche se credo non abbia preso in considerazione un elemento di forte interesse, propulsore del sopravvalutatissimo “successo” comunitario; lo script sharing. Da quanto ho constatato, scambiare piccoli orpelli di personalizzazione grafica è una pratica del tutto abituale e non è neppure raro ricevere piccoli regalini aggratish (nel mio caso una maglietta nera con un logo indecifrabile e uno script per fare le lucine dagli occhi, o qualcosa del genere). Home di PS3 mi sembra una parziale evoluzione del concept (?!) di SL; in Linden si cerca il fine dell’arricchirsi per scopare mentre con Sony ci si limiterà al petting dell’anticamera videoludica-conoscitiva.
@Coolcat, in realtà, se videogioco a un FPS in modalità God (zero sfida) sto videogiocando; se videogioco a uno dei titoli elencati da Karat sto videogiocando; se un bambino passa il pomeriggio a tirare la palla contro il muro senza un perché sta giocando.
@ABS Mah, una definizione dovrebbe essere meno onnicomprensiva, capisco quello che dici, ma così anche SL è un videogioco, mentre secondo me è qualcosa d’altro. Non so neppure fino a che punto sia utile a questo punto voler circoscrivere in fondo.
@ABS
Ma negli esempi che fai dove sta il fattore “mezzo di comunicazione”?
Dipietro videogiocava quando ha fatto la sua conferenza?
Sta di fatto che resta sempre molto interessante speculare sulla solita banalissima domanda “che cos’è un videogioco”?
Coolcat:
> ma così anche SL è un videogioco
Appunto. Non ci sono motivazioni per non includerlo a parte l’insofferenza che si prova nei suoi confronti.
AIO:
> Ma negli esempi che fai dove sta il fattore “mezzo di comunicazione”?
Eeh? Non ho capito la domanda. Il videogioco PUO’, tra le altre cose, indirizzare la conoscenza e servire come mezzo di comunicazione. Sono considerati un medium anche i suoni e i gesti che gli uomini primitivi emettevano nella preistoria, figuriamoci se non lo è un videogioco senza livello di sfida. Un FPS con vite infinite non è un medium e uno giocato normalmente sì?
> Dipietro videogiocava quando ha fatto la sua conferenza?
Inconsapevolmente, sì. Quando parli a un altro giocatore in un MMORPG stai videogiocando? Sì, ovvio, fa parte del videogiocare. E’ pure abbastanza triste pensare che se non meni, non macri, non uccidi o non risolvi enigmi da settimana enigmistica allora non stai videogiocando…
>Eeh? Non ho capito la domanda. Il videogioco PUO’, tra le altre cose, indirizzare la conoscenza e servire come mezzo di comunicazione. Sono considerati un medium anche i suoni e i gesti che gli uomini primitivi emettevano nella preistoria, figuriamoci se non lo è un videogioco senza livello di sfida. Un FPS con vite infinite non è un medium e uno giocato normalmente sì?
Penso che sia una questione di priorità. L’FPS (e il videogioco in generale) non è stato creato per essere “un mezzo di comunicazione”. Second Life invece sì.
>Inconsapevolmente, sì. Quando parli a un altro giocatore in un MMORPG stai videogiocando? Sì, ovvio, fa parte del videogiocare. E’ pure abbastanza triste pensare che se non meni, non macri, non uccidi o non risolvi enigmi da settimana enigmistica allora non stai videogiocando…
Insomma, secondo te videogiocare significa potersi muovere all’interno di un qualunque spazio virtuale, ho capito, ma la penso diversamente, checcevoffa’.. 😀
Nessuno però, credo implicasse che per videogiocare sia necessaio uccidere, sgozzare alle spalle o riorganizzare dei cubi su di un muro affinché il disegno finale, così ricombinato, apra una dannatissima porta.
Se si tratta di mera interazione a video, anche muovere il puntatore di un mouse trascinando le cartelle sarebbe un videogioco. Comunque di questo passo andiamo avanti ore senza arrivare a niente 😀
AIO
>Penso che sia una questione di priorità. L’FPS (e il videogioco in generale) non è stato creato per essere “un >mezzo di comunicazione”. Second Life invece sì.
E allora? 🙂 Manco il corpo umano è stato creato per essere un mezzo di comunicazione. Ma lo è, che noi lo vogliamo o meno. Secondo me bisogna scavare un po’: manco chi ha fatto Duke Nukem (o Space Invaders, ti rimando all’articolo) probabilmente si poneva come fine quello di comunicare, però avoja se comunica… molto di più di giochi che sono stati creati con quello scopo… ma che poi alla prova dei fatti non riescono a mandare messaggi con la stessa forza. Gli FPS recenti dell’est Europa…
COOLCAT
Mi sembra però evidente che in Second Life ci sia molto di più di mera interazione a video e di due icone che vengono spostate. Pur nella sua indubbia merdosità di fondo, c’è un mondo, c’è esplorazione, c’è possibilità di personalizzazione, interazione tra i giocatori, c’è in qualche modo un’ambizione simulativa, si creano meccanismi di competizione (“il mio avatar è più fico del tuo”…), magari alla fine può pure risultare più “gioco di ruolo” di tanti che lo sono dichiaratamente. Riguardo al “nessuno ha detto ecc.” : beh, ‘nsomma, mi sembra un po’ tirare il sasso e ritirare la mano… 😀 Anche se uno non scrive quelle precise parole, alla fine la sfida che invocavi come la crei? Mettendo fossi da saltare, creature da ammazzare, enigmi da risolvere… Sì, va bene, magari uno potrà uscirsene con qualche isolata genialata inimmaginabile, ma sostanzialmente non credo di aver forzato tanto la mano mettendoti in bocca chissà cosa. Se si vuol innovare, bisogna anche prendere in considerazione l’idea che il gioco non offra regole rigide, level design, sfida, o che la offra in meno evidente: è lì che ci sono praterie per l’innovazione. Ci lamentiamo che il videogioco non vada oltre certi schemi, ma poi quando qualcuno ci prova, sia pure con un’attitudine un po’ vomitevole e risultati opinabili, addirittura diciamo che non è più videogioco! 😀 Il fatto di non accettare SL nei videogiochi a mio modesto avviso in qualche modo implica quasi necessariamente una visione per certi versi “tradizionalistica”, un po’ “conservatrice” del mezzo… 🙂
Mi rendo conto che dovrei continuare la discussione in forum, ma preferisco proseguire qui per semplicità.
Penso che ci siano due fraintendimenti di fondo:
1. Cosa intendiamo per comunicare?
ABS intende qualunque tipo di comunicazione, anche quella da autore a fruitore.
Io per “mezzo di comunicazione” intendo un’apparecchiatura che possa far comunicare verbalmente due o più persone, come il telefono, come i forum, le chat. etc.
2. Mi spiace che ABS pensa che le considerazioni di chi non ritiene Second Life un vero e proprio videogioco derivino dall’essere prevenuti o integralisti.
Non è affatto così, pensa che sul forum di retrogamer qualcuno mi ha detto di evitare addirittura di parlare di Second Life, che ci sto dando troppa importanza (sì, in questo caso si nota un certo integralismo.. :D).
E comunque sappiamo tutti che riguardo a certi titoli di grande spessore (Shenmue, Shadow of the Colosuss, etc.) il termine “gioco” risulta riduttivo.
Ma resta il fatto che se la comunicazione verbale in un videogioco diventa lo scopo primario di gioco non si tratta.
Pensa, do talmente dignità a Second Life che considero una conferenza tenuta al suo interno come una conferenza reale, non certo come un un gioco online. Se DiPietro avesse tenuto la sua conferenza in tv sarebbe stato lo stesso per me.
In Second Life siamo di fronte a un’evoluzione della comunicazione (intesa come sai, tra persone, verbale) e non a un’evoluzione videoludica.
Nel videogioco conta molto meno cosa si fa, ma come lo si fa.
Prima l’interazione innovativa, poi la sostanza, i contenuti, la trama e via dicendo.
Perché il videogioco non è un film.
Se non c’è interazione non ci può essere videogioco, ma non è matematico che dove ci sia interazione ci sia anche videogioco.
Forse mi dirai che comunque in SL si può “comunicare videogiocando” (interfaccia WASD=videogioco dunque?), ma non cambio idea sul fatto che il videogioco è altro, è espressione basata sull’interazione, sul concetto di sfida e poi su tutto il resto (estetica, contenuti, etc).
Sono ben lieto che esistano due correnti di pensiero diverse, ma definirle come “innovatrice” e “conservatrice” non coglierebbe in profondità il succo del discorso.
Troviamo invece un’etichetta per Second Life: non videogame, ma mediagame (Bittanti si esalterà…) 😀
Ricordo però, che a differenza dei giochi di ruolo o di società in Second Life non tutto si fa per “gioco”. Come quella dannata conferenza di DiPietro… 😉
Insomma, Second Life non è un “nuovo videogioco” ma “qualcosa di nuovo”, penso che in fondo tutti la pensiamo allo stesso modo su questo punto.
Su Second Life non ci ho mai messo una lira e ho fatto un cashout di circa 1000+ Euro lavorando e giocando a poker. Questo per rispondere in maniera secca a chi dice che senza soldi non si va da nessuna parte in SL.
Chi vuole fare lo scripter (ovvero il programmatore di oggetti) o il builder (costruttore di oggetti) non deve spenderci praticamente NULLA, a parte una manciata di centesimi se si vogliono uploadare texture, e chi vuole trovare lavori di altro tipo, potrà farlo, senza fretta, iniziando a conoscere persone.
Certo, dopo il famoso “gambling ban” di luglio (ovvero, bandito tutto il gioco d’azzardo, con conseguente crollo dell’interesse da parte di molti giocatori, etc.) il mondo di Second Life ha avuto una GROSSA battuta d’arresto, ma dire che “non succede niente” è comunque ingiusto e non meno parziale degli articoli che “parlano di Second Life solo perché si chiama Second Life”, cosa che reputo cmq plausibile, visto che tutti gli articoli che ho letto facevano ribrezzo.
Ho sentito concerti live di cantautori in erba, senza pagare una lira, ma magari felice di donare i miei 50 centesimi direttametne all’artista. Ho giocato a numerosi giochi di abilità, come il famoso Boogie, clone del Paroliere/Boggle, ma abbastanza originale da farmi entrare su SL per settimane solo per giocarci.
Ho creato un personaggino in circa 10 minuti che a volte uso come avatar per fare lo scemo, o me lo metto sulla spalla tipo pappagallo 😀
Insomma, anche se dopo l’abolizione del gioco d’azzardo ho praticamente smesso di giocare, non posso dire di non essermi divertito nell’anno che ho trascorso su SL.
E ribadisco che secondo me il piatto forte di SL è il suo modello economico, e non assolutametne il suo nome. Per questo secondo me Linden Labs si è data un po’ la zappa sui piedi bannando il gioco d’azzardo in ogni sua forma…
Mi dispiace per l’autore dell’articolo, ma per avere informazioni imparziali su Second Life, l’unica è parlare con una manciata di persone che ci hanno giocato almeno per un annetto. Molto probabilmente quello che sentirete non vi interesserà, ma magari incontrerete qualcuno che vi racconterà di quella volta in cui, scovando un terrificante bug in una delle banche piu’ importanti di Second Life, si trovò di fronte a un bivio: prelevare centinaia di dollari (veri) dalla banca e iniziare una vita (vera?) da criminale, o avvertire in privato il presidente della banca, sperando in una (vera?) ricompensa…
Sinceramente non riuscirei mai a passare un anno in Second Life, ma ammetto che due giorni possono essere pochi per descriverlo al 100%. Però anche tu sorvoli un fatto: in due giorni ho constatato che il sesso virtuale occupa la maggior parte degli utenti attivi di SL… c’è n’è veramente per tutti i gusti. L’impressione è che il resto sia “accessorio”, come la trama in un film porno. Insomma, alla fine le esperienze “in gioco” sono abbastanza convenzionali e, sinceramente, vedere una mostra fotografica in SL, tanto per fare un esempio, non mi ha emozionato più di tanto, visto che se le stesse foto fossero state pubblicate su un sito le avrei potute fruire meglio.
Comunque non sono il tipo da considerare male gli utenti di SL, liberi di nutrire il mondo che vogliono… il mio articolo voleva essere più che altro un attacco a chi Second Life cerca di pubblicizzarlo per quello che non è e che, probabilmente, potrà essere quando il motore di gioco sarà più sviluppato.
Ad esempio leggo questo mese su Architectural Digest un articolo di Mario Gerosa in cui parla di ben 10000000 di utenti residenti… posso affermare che è una balla o, almeno, una mezza verità? Non sarebbe il caso di riportare il dato reale degli utenti fissi piuttosto che di quelli registrati? Non sarebbe il caso di riportare che, anche se ci fossero il quadruplo degli utenti collegati contemporaneamente, i limiti del software non permetterebbe che di vedere la solita manciata di persone?
Quando si parla di Second Life la tendenza è quella di prospettare un futuro roseo senza toccare minimamente le questioni più controverse e senza rendere noti i grossi limiti che, comunque, il titolo di Linden si porta dietro.
Caro karat45,
ti rispondo per punti, onde evitare confusione:
§1§ La derivazione di second life: certamente deriva dai videogiochi, ma ne perde:
-il fine: in second life non vi é un fine specifico dichiarato o non dichiarato.
-il sistema di regole: non vi sono sistemi di regole che limitano le mie azioni, se non la difficoltà di programmazione delle animazioni, e la garanzia del rispetto altrui(non posso distruggere qualcun’altro, o una sua creazione a meno che essa non si trovi sulla mia proprietà).
-la funzione ludica: non vi é sfida, a meno che non me la crei. non vi é intrattenimento a meno che non lo cerchi e questo intrattenimento non é offerto dal sistema ma da altri utenti.
Ve ne sono altri, ma questi tre punti mi pare che traccino una linea di confine tra second life e i videogame abbastanza chiara.
§2§ La questione dei soldi.
Una cosa fondamentale é che i soldi non solo entrano in SL ma ne escono anche, questo é uno dei motivi di stupore nei riguardi di questo mondo, questo vuol dire che il mondo virtuale può avere effetti sul mondo reale (una questione tutt’altro che da sottovalutare), vi sono persone che pagano l’affitto attraverso le attività in second life(vero anche i cinesi se lo pagano attraverso WoW, diciamo allora che c’é chi guodagna oltre 10’000$ al mese, giusto per capire l’ordine di misura).
E questo si và da aggiungere ai motivi per cui SL non é un videogame.
Il fatto che per possedere terreni e caricare materiali all’interno di SL devo pagare a mio parere é scarsamente rilevante, l’investimento é minimo, tra i 6 e i 10$ al mese.
Questo investimento permette di avere un territorio dove costruire, uno “stipendio settimanale” di 300L$ che equivalgono ca a 1.06$ (moltiplicato 4 = 4.24$ da togliere alla spesa mensile), che garantiscono un attività: questo vuol dire che posso farlo fruttare, organizzare mostre, uffici, proiezioni, concerti, …
Pensiamo adesso agli amati videogame, io sono un videogiocatore (a volte hardcore-gamer), quanto cosa giocare al MORPG più diffuso sul pianeta? Tra gli 11 e i 13 € al mese.
No, direi proprio che la questione dei soldi non sia un fattore limitante nell’intervento degli utenti.
§3§ La questione del sesso
Prima di tutto é da sfatare la questione che non si parla del sesso su SL, in italia non si parla del sesso su second life, nel resto del mondo si, basta digitare su google second life sex e troverai articoli, video, interviste che discutono dell’arogmento più o meno in modo critico.
Il cosa viene fatto su SL non é una questione da mettere a giudizio, le persone decidono di farlo, le persone hanno deciso di creare le animazioni i modelli 3D e quant’altro per simulare il sesso. Anche quando internet venne reso pubblico il mondo accademico/intelletuale rimase abbastanza deluso del fatto che il sito di maggior successo era quello di penthouse…. E anche il telefono quando cominciò a diffondersi ci si rese conto che lo usavano soprattutto le casalinghe per scambiarsi il pettegolezzo del giorno. Nessuno é andato a dire alle casalinghe di smettere di scambiarsi pettegolezzi, e nessuno ha detto che internet non era un esperimento rivoluzionare perché penthouse era la meta preferita, (e non credere che le cose siano cambiate). Semplicemente in SL il fatto che le persone si interessino di sesso é più evidente, dato che lo vedi.
Credo che una delle tue frasi risponda ai tuoi interrogativi su SL: (ma guarda proprio come nella realtà.)
Mi scuso inoltre per l’apertura del commento su arsludica, ma ogni tanto mi lascio un po’ trasportare.
Rispondo per punti anche io:
– non tutti i videogiochi hanno un fine. Vedi quelli già elencati in un’altra risposta.
– Second Life non ha un sistema di regole? Certo che lo ha. Altrimenti come potrebbe esistere? Se voglio attraversare un muro non posso. Se voglio ammazzare qualcuno a colpi di badile non posso. (sono due esempi, ma se ne potrebbero fare molti altri). Queste non sono regole?
– Non ci sono sfida e intrattenimento? Non credo, altrimenti non lo giocherebbe nessuno. Credo che i residenti si divertano a stare in SL, altrimenti che ci starebbero a fare? Si entra in SL a caccia di svago, non per un’esperienza estetica (che può venire in un secondo momento).
Questione soldi: la differenza fondamentale fra un WoW qualsiasi e Second Life è che nel primo i soldi che si pagano sono “fuori” dal gioco mentre nel secondo sono “dentro” e fanno parte del gioco. Anche tutte le transazioni di personaggi, armi ed equipaggiamento sono “esterni”, per quanto la loro mole sia diventata piuttosto rilevante. Non mi sembra una differenza da poco. E comunque i soldi non sono discriminanti per poter definire un gioco come tale. Anche le Slot Machine richiedono la spesa di soldi e permettono di vincerne, eppure sono sicuramente dei giochi.
Questione sesso: non giudico nessuno. Sono stato il primo a segnalare un MMOG a luci rosse proprio qui su Ars Ludica (cerca tra le news). Con l’articolo non volevo esprimere un giudizio sul mondo di Second Life che continuo a ritenere un esperimento importante, nonostante le sue contraddizioni. Ovviamente non volevo esprimere un giudizio neanche sui suoi abitanti. Dire che la maggior parte dei cittadini stabili di Second Life sfrutti il gioco per rappresentare il sesso virtuale non è un giudizio, è un dato di fatto. Il problema, per quanto mi riguarda, è la rappresentazione che certa stampa da del mondo della Linden. Insomma, invece di fare sensazionalismo e prospettare miracoli, bisognerebbe riuscire a rimanere con i piedi per terra e descrivere un fenomeno per quello che è, senza edulcorazioni o esagerazioni (vedi i 10000000 di abitanti millantati dal buon Gerosa).
Ti faccio un esempio. Entro il SL per guardare una mostra. Per una questione meramente tecnica gli oggetti in mostra sono di qualità relativamente scarsa. Ammetterai che SL rende meglio con l’architettura che con i singoli oggetti. Ad esempio, quando sono stato dentro, sono andato a caccia di foto.
Ero incuriositissimo dal poter vedere una mostra dentro Second Life e non nego che l’esperienza è stata originale. Però, invece di esaltarmi, ho subito pensato che magari, con un motore grafico più avanzato, le foto in mostra sarebbero potute essere di risoluzione maggiore e quindi non farne rimpiagere l’esposizione su qualsiasi sito internet preposto. Bella l’idea, che sicuramente andrà sviluppata, un po’ meno la realizzazione che per ora lascia a desiderare (una mostra in SL non può ancora sostituire una mostra nel mondo reale).
(visto che si parlava di foto… la Nikon ha di recente aperto un’isola su Second Life)
Il motore grafico non prevede texture a diversa risoluzione a seconda della distanza? E la gestione della telecamera com’è?
http://kotaku.com/gaming/fahey-created-80-million-avatars%3F/habbo-hotel-has-80-million-avatars-316781.php
per Diana
Ottimo articolo, mi trovi d’accordo su tutti i punti che hai espresso. Non avrei potuto aggiungere altro anche se l’avessi scritto io!
Solo una osservazione, però: tu affermi che Second Life non ha poi così tanti utenti o non è così interessante, ma in un mondo in cui i programmi più seguiti sembrano essere il Grande Fratello o Maria de Filippi, bhe, non è da escludere che anche qualcosa come Second Life possa raccogliere molti “giocatori” che, ahimé, sono VERAMENTE interessati al prodotto e veramente lo trovano divertente, a prescindere dal suo titolo accattivante….
Quando parlo di divertimento ne parlo, ovviamente, in prima persona. Non voglio certo affermare che quelli che frequentano Second Life non si divertano… sarebbe estremamente arrogante da parte mia.
Se Second Life è open source, perchè non ne esiste una versione in cui si possono fare GRATIS tutte le cose per cui invece si deve pagare?
Io penso che nella tua second life ((rispondendo all’autore di questo monologo sull’inefficiacia della vita virtuale e sulla sua noisità ) non sia capitato niente e non ci trovi niente d esilarante perchè è comunque un parallelo della vita vera, se tu ci pensi bene vedrai che anche la tua vita vear non trova spunti eccezionali, l’aperitivo è noioso la serata in disco non ti porta nessuna preda.
E’ perlomeno riduttivo pensare a second life come un gioco, non c’è uno scopo un obbiettivo da raggiungere solo essere se stessi e sapersi divertire,se non hai trovato niente che ti abbia fatto divertire non devi biasimare il “gioco” come ti piace chiamarlo ma te stesso.
non andiamo su second life a chiaccherare non spendiamo milioni per abbellirci l’avi, siamo semplicemente individui di questo mondo virtuale bellissimo dove è facile trovare spunti anche per guadagnare, per pssare una serata romantica. Sei andato su second life per muovere pixel e non per condividere emozioni
ma esiste ancora?
pare che abbiamo tra noi un sopravvissuto