Dando uno sguardo al catalogo di lancio del 3DS non ò potuto fare a meno di pensare: “Sono quasi tutti giochi vecchi riadattati! Roba uscita da un dongione polveroso!” Myamoto deve essere diventato un uomo senza passioni, non c’è dubbio.
Ài scoperto l’acqua calda, direte voi sagaci lettori. Sì, è che ogni tanto, soprattutto quando i reparti marketing tentano di spacciare per miracolo o rivoluzione qualcosa che miracolo e rivoluzione non è, c’è bisogno anche che si parli dell’acqua calda.
Da ovvietà nasce ovvietà: come mai i giochi per 3DS costano tanto? Ovvero, capisco che una nuova IP costi di più, ma prendere un Rayman di qualche anno fa, o l’ennesima rivisitazione di Ocarina of Time, o Pandora Tomorrow che ormai è quasi retrogaming, e farli pagare più di quanto costassero all’epoca della prima uscita, sembra un po’ la classica presa per il deretano.
È anche vero che Nintendo da questo punto di vista non è mai stata molto user friendly e à sempre attuato una politica di prezzi assurda su qualsiasi prodotto (tanto c’è Reggie che fa il simpatico, quindi la vasellina non serve), ma in questo caso si tratta di cacciare cinquanta euro per dei titoli vecchi che si possono giocare in altri formati, spendendo molto meno.
E Rayman e PES e Splinter Cell e Ocarina of Time e Street Fighter IV e Resident Evil e Nintendogs e Metal Gear Solid: Snake Eater e…
Capisco che ci saranno delle differenze con gli originali (lo spero bene) ma si tratta comunque di riduzioni di qualcosa i cui costi maggiori sono già stati ampiamente affrontati e ripagati. Insomma: perché devo pagare così tanto per della roba già vecchia? Non è proprio possibile differenziare i prezzi per venire incontro agli utenti che, magari, non se la sentono di spendere certe cifre per esperienze di gioco già vissute durante l’adolescenza o i primi anni della senilità?
Basterebbe la buona volontà di far pagare certi giochi come quelli del DS (non li voglio certo gratis), lasciando la fascia di prezzo superiore per titoli completamente nuovi come Kid Icarus: Uprising, per dare a ogni prodotto una dimensione adeguata alla percezione che l’utente à di esso.
Inoltre, come non considerare la scalpitante filosofia di Apple che della differenziazione dei prezzi à fatto un cavallo di battaglia? Non che voglia pagare Ocarina of Time due euro, ma possibile che, ad esempio, non si riesca a creare un’offerta tale per cui chi à tre euro da spendere possa trovare qualcosa da comprare, anche un semplice videogioco passatempo?