[Diario] Hail to the King (of Fighters), baby!

È il Settembre del 1994 e mi aggiro eccitato come un maniaco sessuale alla festa del liceo sulla banchina della stazione di Pescara, in attesa del treno che mi porterà in quel di Milano all’annuale edizione del Sim Hi Fi Ives, storica fiera non plus ultra per chi in quegli anni privi di internet, voleva toccare con mano tutte le ultime novità nel campo dell’elettronica.

Il sobrio viaggio si svolge piacevole come un calcio in culo nelle sue corroboranti sei ore di supplizio, allietate dalla lettura del numero uno di X-Men con un Jim Lee bravo bravissimo in modo assurdo e un Claremont che oramai perde(va) pezzi e ispirazione che la metà basta. Questo, e la cartuccia di Gargoyle Quest per Game Boy che finisco tutto in una tirata poichè già da giovane ero parecchio hardcore, che non so in effetti cosa voglia dire ma l’ho letto su internet e pare vada di moda. Inoltre, per assonanza, ricorda i film zozzi.

Arrivato nella città da bere, scrocco con disinvoltura a amici di mio fratello alloggio e una cena in un “locale da paura dove ci vanno le modelle quando ci sono le sfilate” ovviamente pieno solo di uomini stile sagra della salsiccia. E va bene: dormo e all’alba parto alla volta della fiera interrogandomi tra una metropolitana e l’altra se la magia non fosse però agli sgoccioli.

Intendiamoci, il mio primo Sim avvenne nel 1989 in un periodo ancora relativamente pionieristico: c’erano schiere di NES e per staccarmi da Batman e Zelda dovevano cospargere le console di mine antiumo; ora nel 1994 con millemila riviste di viggì in edicola e amici con console e computer disparati dove scroccare partite ogni giorno cosa c’era ancora di cui stupirsi?

Entro nella fiera un filo scazzato stile veterano mastigasigari durante una visita di routine, e mi muovo con curiosità ed entusiasmo ai minimi storici verso lo stand più vicino, guardacaso quello di C+VG.

Lì vengo abbagliato dall’esplosione di un milione di soli, e la luce mi fa a pezzi.

 

Un milione di soli che esplodono, nel 1994, bene o male assomigliavano a questo.

CHE DIAVOLO È QUELLO???” esclamo nella mia compostezza velatamente british quando mi si fa opportunamente avanti Maurizio Miccoli, in quel momento carismatico come Rocco Siffedi, con un foglio in mano.

Ciao, vuoi partecipare al torneo di King of Fighters ’94?” mi chiede con una tranquillità disarmante, mentre sullo sfondo Terry Bogard viene picchiato da un non meglio identificato personaggio vestito in un’uniforme scolastica giapponese su un fondale che mi ricorda parecchio Akira, lì sul momento.

Accetto e trascorro tutto il tempo in quello stand raccogliendo informazioni e studiando tutti i team in anteprima trasformando una giornata potenzialmente anonima in una delle migliori nella storia della razza umana dai tempi dell’invenzione della penicillina.

Tutto il resto, come insegna l’esimo dott. Eldon Tyrell, è accademia.

Da allora la saga del Re dei Combattenti ha visto alti e bassi, toccando vette di suprema und sopraffina qualità con l’edizione ’98 e iniziando, subito dopo, una terribile pars destruens inaugurata a suon di Striker in KoF ’99.

 

Striker che trasformano la tua serie preferita in un circo: preghi di dimenticarli e dentro di te li hai già eliminati dal continuum spazio-temporale.

Perché, ovviamente, se proprio DEVI copiare qualcosa da una Capcom che continua a ricilare stancamente sprite e meccaniche picchiaduristiche da anni, tu vai a prendere ispirazione dai tag-attack di Marvel Super Heroes vs Street Fighter per una delle serie più tecniche in circolazione.

No, serio, complimenti.

Tutto questo seguìto dalla bancarotta della SNK e l’entrata in scena di softco come Playmore e Eolith, che hanno contribuito a far sprofondare la saga ben oltre i limiti sopportabili con il fondo raschiato da KoF XII un paio di anni fa, un titolo palesemente incompleto buttato sul mercato in fretta e furia per guadagnare qualche soldo sporco, maledetto e subito.

 

“Ma Oyabun, manca mezzo gioco, non abbiamo un boss finale e l’AI della cpu spara mosse a caso senza senso.” “Sei sordo? Ho detto mettete in commercio KoF XII ADESSO!”

Tutto ciò fino ad oggi: Kof XIII mi osserva speranzoso sulla mia scrivania, provato in anteprima dato che solo in Italia sarà in vendita dal Venerdì prossimo che, oh, hai visto mai che Monti ti tassa pure i giochi che escono in concomitanza col resto d’Europa.

È speranzoso perchè si chiede, dopo aver frullato a lungo nella mia PS3, se sarà promosso, se rappresenterà il riscatto per una serie che ha già ingoiato parecchia umiliazione o se si dovrà accomodare alla porta, scartato a favore di un Ultimate Marvel vs Capcom 3 qualsiasi.

Mbè, fanculo a Ultimate Comesichiama: The King of Fighters XIII è un picchiaduro eccezionale e dovrebbe svettare in cima alla lista della spesa di Dicembre per ogni appassionato del genere.

Trentatre personaggi di cui due esclusivi per le versioni home opportunamente sbloccabili rappreseno il corposo biglietto da visita di questo nuovo capitolo: nella schiera dei picchiatori non ci sono facce nuove per gli aficionado della SNK a parte il boss Saiki, reimmaginato in forma umana e differente dalla brutale versione utilizzata dalla cpu.

Ma in realtà quello che veramente colpisce rispetto al capitolo precedente è l’ampia gamma di modalità ed opzioni.

 

Un cyborg incazzato come un’ape stronca con un braccio teso la crescita di una spocchiosa nobildonna: Ryu go home.

L’Arcade Mode è quello classico e viene spalleggiato da un nuovo Story Mode che si prende la briga di sbrogliare le trame dietro alle vicende di Ash Crimson, tra combattimenti e intermezzi animati. Non dura moltissimo ma è una modalità gradita e discretamente rigiocabile grazie alle scelte multiple che occasionalmente intervengono nella narrazione.

Tutorial e Training Mode sono fermate obbligatorie per i novellini o per chi, semplicemente, si sente arrugginito e vuole prendere confidenza con le nuove meccaniche anche se, ad onor del vero, la prima opzione offre un’introduzione piuttosto banale per i veterani della serie che preferiranno far rotta altrove prima di buttarsi nell’arena.

Invero, le meccaniche di lotta di questa edizione si appoggiano sostanzialmente su tre indicatori.

Il Guard Gauge indica quanti attacchi possono essere bloccati prima di infrangere la parata, lasciando il malcapitato in preda all’offensiva avversaria: combinato con i tre tipi di salto in grado di offrire un pressing particolarmente flessibile, questo pone le basi per uno stile di gioco in grado di spazzare via anche il più tenace fanatico del turtling.

Il Power Gauge, d’altro canto, è la classica riserva indispensabile per usare le desperation moves ma con una novità: è ora possibile utilizzarla per usare versioni EX delle normali mosse speciali.

Infine abbiamo la Hyperdrive Gauge, con cui cancellare gli attacchi speciali usandone la metà o, sacrificandola completamente, dare il via all’Hyperdrive Mode in cui concatenare attacchi e creare lunghe combo altrimenti impossibili da effettuare.

 

al grido di “Atlus santa subito” ecco finalmente un buon motivo per effettuare un preorder.

Utilizzando tre unità di Power Gauge e l’Hyperdrive al massimo si possono scatenare le Neo Max, potentissime mosse speciali in grado di dimezzare l’energia dell’avversario, un po’ come accadeva con le normali Desperation Moves ai tempi dello sbilanciatissimo ma sempre amato KoF ’95.

Graficamente è splendido: il restyling degli sprite – solo ed unico momento di gloria di KoF XII – è stilisticamente accattivante e flidissimo nelle animazioni, su fondali ricchissimi di particolari e camei di personaggi SNK.

Come extra è possibile selezionare alcuni costumi nascosti premento Select/Back al momento della scelta dei personaggi. Avremo dunque Kyo con il gakuran della saga di Orochi, Raiden con il capoccione di Big Bear, Takuma con la maschera di Mr. Karate e parecchi altri.

E siccome quest’anno abbiamo voluto strafare, è presente un editor con cui creare e salvare colorazioni personalizzate per ogni personaggio con tinte extra sbloccabili strada facendo.

Anche il sonoro fa la sua porca figura, abbinando urla e schiamazzi ad una ricca collezione di colonne sonore vecchie e nuove, scomodando alcuni classici del passato come Arashi no Saxophone e un remix della mitica London March, prevedibilissima tralaltro vista la presenza del buon Billy nel roster.

 

“I’m gonna bust you so bad!” Quanto ci sei mancato Billy…

Per quanto riguarda l’online vedremo come se la caveranno le italiche connessioni: contatti affidabili mi tranquillizzano asserendo che tre “tacche” sull’indicatore di connessione sono sufficenti per una fluidità rispettabilissima… Chissà, così come dobbiamo aspettare per sapere quanto bisogna scucire per gli immancabili DLC, flagello dell’attuale generazione di console e perfetto metro per misurare la pezzenteria della softco di turno su una scala che va da zero a Capcom.

Ne sono previsti tre: Kyo versione Nests (praticamente quello di KoF’96), Iori piccola fiammiferaia con il ritorno delle fiamme purpuree e Mr. Karate con un moveset che ricorda quello di Art of Fighting 2.

Che poi quest’ultimo sarà un acquisto vitale, dato che Takuma liscio mentre cammina in avanti ha la faccia identica a Berlusconi e non si può guardare; quando lo vedrete ricordatevi che lo avete letto prima qui. Giuro, è identico.

Insomma, mi aspettavo un timido tentativo di salvare la faccia dopo il disastro del XII ma stavolta The King Of Fighters torna davvero alla grande: impossibile che impensierisca le vendite dello squadrone Capcom + Marvel ma per lo meno mi auguro che venda abbastanza da giustificare un nuovo capitolo dopo la conclusione, pare definitiva, della Ash Crimson Saga.

5 commenti su “[Diario] Hail to the King (of Fighters), baby!

  1. Eccellente, gran bell’articolo condito da quei piccoli aneddoti che ti fanno fare grasse risate. =D
    Possibile che il Re sia tornato? Gli sprite sono pixellosi come quelli visti nel XII? Dalle immagini e video sembrano più “morbidi”. 

    Se lo dovessi confrontare con il pluri acclamato KOF 98, chi ne uscirebbe vincitore? Forse è presto per giudicare, ma un’idea vedo che te la sei già fatta.

  2. Stima. Sia per l’articolo, degno di un giornalismo videoludico d’antan, magari ingenuo ma in grado di trasmettere la PASSIONE per un gioco; sia per aver alimentato speranze che l’oribbile XII aveva gettato nel cesso. Peccato solo che abbiano centrato ancora la storia su quella checcaccia isterica di Ash, ma vabbè, non si può avere tutto.
    So cosa regalarmi per natale, thanks for the info!

  3. grazie ad entrambi, sono felice di avervi fatto fare due risate che in questi tempi oh, buttale via…
    KoFXIII vs ’98? Domanda di riserva no?
    Guarda, io gioco al ’98 bene o male da sempre, ho ancora la versione per Neo Geo Cd, il cartuccione e la versione  per Dreamcast che con quel sottotitolo, Dream Match ’99, ne avrà fregato di sprovveduti.
    Per me tra i due rimane il migliore senza nemmeno scomodare la versione “potenziata”, quell’Ultimate Match con eiji, geese, krauser e sbilanciamento andante incluso, ma se ora me li metti entrambi davanti io mi metto a giocare a XII. Per 3 motivi.
    Punto primo perché, eredità pesantissima a parte, è un signor picchiaduro con tutti i crismi. E’ fatto bene, è divertente e ha un sacco di personaggi, mosse e modalità.
    Punto secondo perché l’online dell’Ultimate Match è una cosa brutta assai di cui non dovremmo nemmeno parlare.
    E infine, punto terzo perché a KoF98 ho giocato davvero TROPPO 😀
    Lo so, non sono oggettivamente affidabile, sopportatemi così…

  4. Nel 1994 avevo appena 11 anni ma conoscevo già molto bene l’universo dei picchia-picchia grazie a Consolemania e, soprattutto, grazie ai generosi speciali con la lista delle mosse di C+VG. Giocare finalmente un crossover dove i simpatici tamarri di Fatal Fury (all’epoca era il più agguerrito concorrente/clone di SFII) se le davano di santissima con i duri e puri di Art of Fighting e i soldatini di Ikari Warriors era una goduria immensa.

    24 personaggi erano tanti! Chi se ne fregava, oramai, se Capcom a breve avrebbe lanciato Super SFII con ben 4 illustri sconosciuti nella mischia. SNK aveva ampiamente varcato la soglia dei sogni miei e di tanti altri appassionati.

    Rimane il personalissimo rimpianto per i 2 team estromessi, solo perchè provavo una certa simpatia per alcuni personaggi di World Heroes. Il mio capitolo preferito è in assoluto KOF 97 per alcuni personaggi, per l’introduzione della modalità “advance” e una conversione per PS1 neanche pessima rispetto alle precedenti. Non era malaccio neanche KOF 2003 per Xbox.

    Il team con cui tutt’ora sfido i miei amici è il seguente: Joe Higashi, Benimaru Nikaido e Ralf Jones.

    E i vostri?

    Saluti a todos.

  5. Ralph Jones, Kim Kaphwan e Joe Higashi/Andy Bogard da queste parti, specie perché in questa edizione Andy mi piace assai.

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