Sviluppato da Legendo | Distribuito su Wiiware | Piattaforme: Wii | Rilasciato nel 2009
In attesa che sul Wiiware faccia la sua comparsa Cave Story, platform la cui versione freeware per PC può permettersi di guardare alla pari a un Super Mario qualsiasi di quelli bidimensionali, vediamo com’è questo I Tre Moschettieri: Uno per tutti! Sviluppato da Legendo, gli stessi dietro al discreto Dracula Twins per Windows, il gioco mette alla guida di Porthos, uno dei moschettieri, con il compito di salvare i suoi compari e sventare una congiura contro il solito sfigato re di Francia.
La trama viene narrata attraverso una serie di fumetti ben disegnati. I testi e il parlato sono completamente tradotti in italiano. Preso in mano il telecomando e il Nunchuk alla ricerca di un nuovo Lostwinds, mi sono ritrovato con un platform che mal si adatta ai controlli del Wii e che, come scritto su IGN, la cui recensione stranamente condivido al 100%, poteva essere tranquillamente affidato a un sistema di controllo più classico, da cui avrebbe tratto sicuro giovamento.
“Qual è il problema?” Vi starete chiedendo. Beh, con lo stick del Nunchuk si muove il personaggio, con il tasto A si salta, mentre agitando il telecomando si sferrano spadate (c’è solo un attacco e nessuna possibilità di parare i colpi nemici). Queste sono tutte le azioni a disposizione dal prode moschettiere che, dotato di una spada più corta del capezzolo di un’iguana, paga enormemente l’imprecisione di un simile sistema di combattimento, imprecisione limitabile se fosse stato possibile assegnare gli attacchi a un tasto inutilizzato o, meglio, se fosse stato previsto l’uso del controller classico.
Insomma, quando il nemico si avvicina ovviamente si tenta di portare un colpo, ma non sempre questo va a buon fine, facendo perdere inesorabilmente uno dei cuori che rappresentano la vita di Porthos. Se le guardie normali danno pochi problemi, quelle che richiedono più colpi e quelle che caricano diventano una vera pena da affrontare, soprattutto le seconde, per colpire le quali è richiesto un tempismo mostruoso. Ovviamente nella maggior parte dei casi si viene colpiti e si finisce per agitare a caso il telecomando in preda alla furia omicida, sperando che la vita dei nemici si esaurisca prima di quella protagonista.
A parte il sistema di controllo, che già da solo basterebbe per stroncare il gioco (ho per caso dimenticato di specificare che nel 2009, in un platform bidimensionale, è complicato salire e scendere le scale?), i problemi di I Tre Moschettieri sono anche altri. Prendiamo i tempi di caricamento che vanno dai quattro ai dieci secondi per ogni schermata superata. Poco male, verrebbe da dire, non fosse che durante il gioco si cambia schermata continuamente, spesso anche a intervalli di pochi secondi. Per capire l’empietà di questo difetto, pensate che ogni livello è diviso in microsezioni, passata ognuna delle quali appare la fatidica e depressiva schermata nera. All’inizio infastidisce parecchio, ma i primi due livelli sono piuttosto lineari e ci si passa sopra. Il difetto diventa letale e asfissiante per il gameplay quando i livelli diventano più complessi e al giocatore viene richiesto di esplorarne gli anfratti alla ricerca di bonus e segreti. In certi momenti è più il tempo che si passa a guardare schermate nere che a giocare. Visto che gli esempi di giochi per Wii dai caricamenti immediati non mancano, non è possibile attribuire il problema ai limiti tecnici della console, capace di ben altro.
Davanti a tanto sfacelo cosa può una buona realizzazione tecnica? Nulla. Certo, lo stile cartoon è ben fatto così come molto belle sono anche le musiche di sottofondo, però tutti gli altri problemi rimangono e rigettano in gola qualsiasi potenziale afflato di approvazione. Anzi, volendo è possibile aggiungere altri difetti all’elenco, come la mancanza di un tasto pausa o la ripetitività degli schemi nemici, creature invero piuttosto stupide che popolano le piattaforme dei livelli seguendo percorsi meccanici blandi e inadeguati anche per un platform del Commodore 64. Insomma, lasciatelo perdere e pensate ad altro, perché non vale i mille punti che costa.