Batman: Arkham Asylum

Sviluppato da Rocksteady Studios | Distribuito da Eidos | Piattaforme: PS3, Xbox 360, PC | Pubblicato Agosto 2009 (PC) | Sito ufficiale

La versione testata è quella PC

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Non vedo la forza di Arkham Asylum nella trama. Sì, i cliché del personaggio ci sono tutti, ma proprio per questo non stupiscono e sinceramente faccio fatica a spasimare per l’ennesimo scontro contro il Joker. I combattimenti sono belli, ma capito il trucco sono piuttosto semplici, scontro finale compreso. Eppure il gameplay è difficile da denigrare. C’è qualcosa che ti cattura, esteticamente parlando, qualcosa che ti costringe ad andare avanti al di là dei dialoghi e della solita rivolta dei detenuti di Arkham.

Il trucco è il mantello.

Se non ci fosse il mantello il gioco varrebbe la metà. Quando Batman corre, il pezzo di stoffa nero che lo accompagna nelle sue avventure si alza e fende l’aria, mentre combatte si attorciglia e mulinella sullo schermo componendo una danza ipnotica che rapisce. Segue il ritmo dell’azione. Per assurdo, qualche volta sembra dettarlo. Andando avanti nel gioco si lacera diventando simbolo delle vicissitudini dell’eroe mascherato. È il mantello a fare il personaggio. Toglietelo e Batman sarà nudo, un ridicolo pipistrello senza ali che combatte i problemi psicologici riempendo il suo mondo di mostri. Quel pezzo di stoffa svolazzante gli dona regalità e rende dignitosa quella che altrimenti sarebbe una pagliacciata senza senso.

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Andando avanti nel gioco si trova la solita menata sulla morte dei genitori di Bruce Wayne, sfruttata da uno dei cattivi per cercare di eliminarlo. Empatia zero. Ormai i fatti privati di Bruce, raccontati in mille modi diversi, fanno parte dei conati culturali che ci tocca subire per dare un senso a una calzamaglia e a una corazza. Arkham Asylum non racconta una bella storia. È sempre la solita storia. È nella costruzione stessa dello scenario che risiede la sua forza immaginifica, l’idea che incatena allo schermo. Arkham è proprio come uno se la aspetta: architettonicamente folle, non nasconde la sua natura ma ne fa sfoggio. È un teatro perfetto per la follia più che per la giustizia. Non c’è niente di razionale nella sua essenza. È un labirinto pieno di passaggi segreti e trabocchetti, quasi che il suo autore l’abbia pensata a priori come luogo per far esplodere un conflitto tra la ragione e la pazzia. Con il passare degli anni si è arricchita di tecnologia e di misteri, alla spalle degli ignari occupanti che non sono mai riusciti a comprenderla appieno, nonostante la calpestino tutti i giorni.

9 commenti su “Batman: Arkham Asylum

  1. Una perla meritevole di essere giocata, uno spettacolo di follia e giocabilità.
    Indispensabile per i fan delle storie del cavaliere oscuro.

    E poi si sà: “costume nero (con il mantello)//ne vado fiero (si si)” come ben cantano i Gem Boy. 🙂

  2. Si, anche a me la storia non fa stravedere, è eccessivamente pretestuosa. Gli intermezzi dello spaventapasseri poi sono tanto inutili quanto superficiali.

    La giocabilità è stellare, anche se forse si sente un po’ troppo il retaggio culturale dei primi Splinter Cell.

  3. Sono d’accordo, la trama di questo Arkham Asylum sa di aria fritta. Ci sono però delle folgoranti intuizioni che rendono questo titolo piuttosto interessante. A mio parere, infatti, gli autori di questo videogioco sono riusciti a mettere in evidenza aspetti che neanche l’ultimo episodio cinematografico diretto dal sopravvalutato Peter Nolan è riuscito a mettere a fuoco sino in fondo (molto meglio, da questo punto di vista, aveva fatto Tim Burton con Batman Return), ovvero l’assoluta specularità del “cavaliere oscuro” rispetto a Joker. Entrambi sono semplicemente dei matti da legare (esemplare, da questo punto di vista, la scena dell’incubo prodotto dallo Spaventapasseri in cui vediamo Batman legato e scortato dentro Arkham, nella stessa prospettiva che, nella sequenza d’apertura del gico, era stata di Joker), l’unica differenza è nella maniere con la quele i due “freak” esprimono questa follia: Batman va in giro travestito da pipistrello per assicurare i criminali alla giustizia (ma in fondo è spinto soprattutto da questioni personali legate alla morte dei propri genitori); il pagliaccio, invece, è votato al caos e all’omicidio. Joker, nella sua follia, ha rinunciato alla propria umanità, Batman, al contrario, combatte per non perderla (la sua ossessione per la giustizia è un modo per reagire al dolore causato dalla perdita dei proprio cari, un dolore che potrebbe sfociare in rabbia distruttiva ma che Batman cerca di arginare nascondendosi dietro la maschera del giustiziere). La lotta finale è esemplificativa proprio di questo scontro: mentre Joker si abbandona alla mostruosità, Batman combatte soprattutto per non rinunciare alla propria umanità. Questo è ciò che ho visto io, magari sono solo stupide masturbazioni ma credo che trovino qualche riscontro all’interno del gioco.

  4. Mi è piaciuto proprio il background forte del nobile trascorso fumettistico ma gli scontri.. beh, mi sembrava di colpire la solita plastica dell’UE3. Sessioni anticlimatiche a dir poco. Il controllo del personaggio è ingombrante, macchinoso; pare di dirigere un pupone composto da pezzi di gomma (eccezione fatta al dinamismo del mantello, come puntualmente osservato da Simone). Bene i tentativi nel porre un pur elementare meccanismo di investigazione. Ma siamo anni luce lontani dal riscontro totalmente positivo della solita critica. Il feedback dei videogiocatori invece pare assai contrastante. Giustamente.

  5. Vabè, dai, quale gioco è mai stato bello esclusivamente per i personaggi o solo per la trama? Se fosse così MGS2/3/4 dovrebbero essere i giochi più belli del mondo.

    Aggiungo che non è neanche l’estetica visiva(mantello, arkham, quello che vuoi) a decretare il giudizio positivo del gioco in sè. Non solo questo almeno: penso sia la sapienza di miscelare vari elementi e modi di giocare in un unico cocktail che soddisfa il palato e gratifica gli occhi.

  6. ma io non parlo di gratifica degli occhi, assolutamente. Penso invece che arkham e il mantello facciano parte a pieno titolo del gioco.

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