XNA Game Studio European Tour 2007 – Milano

28/11/07 Università degli studi di Milano – Bicocca
“Come creare un videogioco in 60 minuti”

Frizzante giornata quella di mercoledì alla Bicocca, unica tappa italiana del tour organizzato da Microsoft per presentare la versione 2.0 del suo XNA Game Studio, recentemente disponibile in versione beta (la versione completa sarà rilasciata probabilmente a dicembre).

La giornata si è svolta in un’aula gremita di universitari, provenienti in gran parte dalle diverse università milanesi; menzione d’onore per il team Studio Evil, quattro persone posizionate saldamente in seconda fila, subito dietro i relatori, e sfoggiante una notevole felpa nera recante il logo del team 😉

Il primo intervento è stato quello di Dave Mitchell, Director di Microsoft XNA, che ha introdotto la piattaforma XNA con un video di… Mass Effect (!). Non che volesse suggerire la possibilità di realizzare giochi del genere, ma semplicemente sostenere che sono giochi del genere a spingere alcuni appassionati a cercare di capire come è possibile costruire qualcosa del genere, cosa c’è dietro, e così ad avvicinarsi alla programmazione.
Le cose da citare: il piccolo sondaggio per alzata di mano su quante persone presenti avevano iniziato a realizzare un videogioco, ovvero una trentina (una discreta percentuale dell’aula); alla seconda domanda invece, quante persone lo hanno portato a completamento, hanno alzato la mano in 6/7, di cui 4 appartenenti allo Studio Evil (e il quinto ero io): abbastanza desolante
Mitchell è passato poi a presentare numeri impressionanti riguardo alle collaborazioni con le università, ovvero circa 400 università al mondo usano XNA; ha inoltre annunciato in anteprima un programma che permetterà ai team di ricerca accademici di ottenere XBox 360 gratuitamente. Niente male!
Il timone è passato quindi (brevemente) in mano a un simpatico ragazzo, Student Partner di Microsoft all’università di Ca’ Foscari di Venezia, che ha mostrato due demo interessanti realizzate con XNA un sole due settimane di lavoro: una rappresentazione grafica molto carina di una rete neurale, che a quanto pare è stata utilizzata effettivamente in un corso per permettere agli studenti di capire meglio il funzionamento di questi begli approssimatori di funzioni non lineari; quindi un esempio di ambiente urbano illuminato con un numero spropositato di luci utilizzando la tecnica del deferred shading (che sinceramente non ho mai sentito nominare, ma ho controllato su Google, ed esiste). Le applicazioni teoricamente erano tre, ma la terza… non è stata presentata.
Mitchell ha successivamente proseguito presentando un nuovo Starter kit, ovvero un Rpg classico dal gusto grafico risibile, abbastanza inutile. Le cose si sono fatte interessanti invece con la presentazione in video di Schizoid, il primo titolo commerciale realizzato in XNA (e diretto a Live Arcade) e Boku, un’applicazione incredibile, pensata come un linguaggio di programmazione utilizzabile da bambini da 5 anni in su. Beccatevi questo video.
Infine ha anticipato un nuovo contest chiamato Silicon Minds che dovrebbe apparire sul sito Dream Build Play l’8 di dicembre. Purtroppo mi sono distratto un attimo e ho perso i pochi dettagli che ha dato ;D

La folta platea…

E’ salito poi sul palco Antonio Farina, leader e fondatore di Milestone, la più grande realtà italiana in campo videoludico. il suo intervento si è concentrato sulle skill necessarie ad un wannabe per entrare a far parte del suo team, concentrandosi sulla figura del programmatore. In poche parole: Milestone assume, ed è alla disperata ricerca di persone valide (cosa confermata di persona durante una breve chiaccherata in pausa pranzo) che ovviamente abbiano i requisiti che cercano. Per i programmatori questi requisiti sono: ottima conoscenza di C++ (e pare che qui non ci siano cazzi, è un requisito fondamentale) e poi… di fatto basta, a parte ovviamente conoscenze specifiche se si mira a lavorare su fisica, motore grafico, o ai. Un bonus è avere esperienza sul multithreading, visto che è fondamentale per sfruttare al meglio le console di nuova generazione.
Un piccolo appunto sull’ai, un appunto un po’ triste se vogliamo, per chi ci fa ricerca come me, quello che è risultato dalla suddetta chiaccherata è che l’importante è che funzioni. Niente tecniche particolari, solo bilanciamento manuale e le regole necessarie per ottenere un certo tipo di comportamento. Se l’unica persona che lavora all’ai in Milestone legge questo messaggio, gradirei che mi smentisse 🙂
Riguardo alla figura del Game Designer, per essere presi in considerazione bisogna avere esperienza, che consiste nell’aver scritto una vagonata di design documents dettagliati. Spero sia compresa la condizione che debbano essere fatti anche bene. Vi risparmio i vari consigli che servono a scoraggiare chi si vuole imbarcare in questo percorso: non basta essere appassionati di videogiochi, ecc… Purtroppo per lui non è riuscito a scoraggiarmi :-*

E’ stato quindi il turno di Riccardo Cangini, che purtroppo era di gran fretta (la conferenza è partita con un discreto ritardo) e si è limitato a mostrare filmati di giochi alcuni giochi: il vecchio Ducati, il recente Johnatan Danter, l’attuale Diabolik e il futuro Julia. Nessun particolare rilevante è filtrato comunque su questo progetto. Parlando delle opportunità di lavoro Cangini ha consigliato caldamente di valutare l’opportunità di lavorare all’estero perchè gli sbocchi qui in Italia non sono molti. Parlando poi di outsourcing, ha anche rivelato che in questo campo esiste il vero e proprio telelavoro (uao!), ovvero esiste una persona del suo team che lavora da 11 anni da casa sua. Ne ha parlato come se fosse una cosa eccezionale, però sappiate che la possibilità esiste.

Farina, Cangini e la caratteristica fondamentale per chi vuole lavorare nell’industria

L’ultimo relatore è stato Charles Cox, Developer ed Educator di XNA, un pazzo scatenato e veramente in gamba, dalla velocità di battitura notevole, che ha deliziato un pubblico in gran parte di programmatori con le nuove caratteristiche di Xna 2.0, focalizzandosi sulle funzionalità di multiplayer (anche cross platform!) della nuova versione.
In realtà non ho seguito molto questa parte, visto che stavo cercando di rendere presentabile il mio progetto di tesi, che ho mostrato col mio compare compagno di tesi nella pausa pranzo proprio a Charles, che ne è stato piuttosto entusiasta ;D
Se siete stati attenti avevo detto di aver parlato anche con Farina durante la pausa pranzo, ed in effetti il risultato è stato che non abbiamo affatto pranzato (fortunatamente avevo dei craker di salvataggio, che ci hanno permesso di tirare avanti fino alla fine).

Dopo la “pausa pranzo” Cox ha ripreso ancora le redini con la sessione “Building a Game in 60 Minutes with XNA Game Studio 2.0”, in cui ha realizzato un abbozzo di Space Invader/Galaga usando modelli 3d e nel frattempo cercando di spiegare quello che faceva. La sessione, nonostante fosse in pratica una sessione di speedcoding, si è rivelata veramente divertente grazie alle continue battute e alla sua capacità di sfruttare le situazioni (come un portatile il cui schermo si spegneva e si riaccendeva autonomamente).
Tra parentesi, alla fine dell’evento abbiamo fatto una foto assiemea quest’uomo. Piccolo particolare: è stato LUI a volerla fare con noi. Un grande.

Cox Rocks!

Nell’ultima parte Mauro Minella, Academic Evangelist di Microsoft, ha cercato di tenere a bada la platea esausta pubblicizzando l’Imagine Cup, un concorso internazionale tra studenti il cui tema è l’ambiente sostenibile blablabla se vi interessa cercatevelo.
Platea che è rimasta comunque stoicamente seduta in quanto alla fine sono stati estratti dei premi, varie magliette XNA, tre giochi Xbox360, e una Xbox360 L33t, che ovviamente è andata in premio a quello seduto due posti vicino a me. All’uscita siamo stati anche omaggiati di un paio di copie di Windows Vista, e di un gioco per XBox360 o Pc. Ovviamente i giochi erano finiti due persone prima di me.

Per concludere: veramente notevoli le hostess, se dovete organizzare qualche evento chiedete alla Bicocca dove le hanno recuperate perchè, diamine, meritano. Notevole anche il servizio di traduzione simultanea con cuffie personali (fortunatamente sono riuscito a farne a meno).
Infine un saluto all’uomo che ha presentato l’evento, che davanti a una platea di giocatori ha chiamato “giochini” roba del calibro di PRG4 e Mass Effect, e che, nonostante sia stato cazziato da Farina in persona, ha continuato a usare quel termine anche alla fine dell’evento. Grazie di esistere.

P.S.: Cox Rocks.

P.P.S.: Altre foto dell’evento (necessita un account Facebook):
http://www.facebook.com/album.php?aid=8645&id=800954546&ref=mf

Con (with) Jeff Gerstmann

Riporto quanto scritto nella news sul forum:

Ovviamente è solo una voce di corridoio e nessuno la confermerà mai, ma pare che un vecchio recensore di GameSpot, Jeff Gerstmann, sia stato licenziato in seguito al 6.0 affibiato a Kane & Lynch: Dead Men. Praticamente la Eidos ha minacciato GameSpot di togliere tutte le pubblicità dal sito e, come reazione, la società Cnet (che possiede GameSpot) ha tenuto il pugno duro affermando che la stampa deve essere libera dalle costrizioni della pubblicità e… seeeee, questo sul pianeta Marte. Sul pianeta Terra è stato cacciato l’autore del misfatto di lesa maestà contro l’inserzionista. Ovviamente le reazioni non si sono fatte attendere e molta stampa online si è schierata a favore di Jeff Gerstmann.

Altrettanto ovviamente questo è un motivo in più per non acquistare quella cagata di gioco che è Cane e Lince: Uomini Morti e per non fidarsi molto della stampa specializzata, cartacea od online che sia.

AGGIORNAMENTO: Le pubblicità di Kane & Lynch sono state rimosse da Gamespot, che prima appariva così:

AGGIORNAMENTO 2: i forum di GameSpot e di Eidos sono stati presi d’assalto e i topic dedicati a questo argomento stanno letteralmente scoppiando (è impossibile stare dietro a tutte le varie risposte).

Fonte: http://blog.wired.com/games/2007/11/sources-gamespo.html

Fonte: http://www.joystiq.com/2007/11/30/rumor-gamespots-editorial-director-fired-over-kane-and-lynch-rev/

Altra Fonte: http://kotaku.com/gaming/rumor/gamespot-editor-fired-over-kane–lynch-review-328244.php

Gli Ani in Faccia – L’EA sulle immagini soft-porno usate per promuovere PornStreet… pardon, ProStreet

crash test

Non contenti di aver messo su un gioco di guida vomitevole e di una banalità sconcertante, la EA ha scelto di accoppiarsi con il cadavere usando due modelle nude per promuoverlo su page3.com. Quanto saranno stati pagati i pubblicitari responsabili di questa campagna marketing di uno squallore unico? Non lo sappiamo e, comunque, qualsiasi cifra sarebbe sempre troppo alta per un lavoro che qualsiasi decerebrato poteva partorire tra una sessione masturbatoria e la successiva. Ovviamente non è questo ad aver fatto vincere per l’ennesima volta un Ano in Faccia alla EA. Il prestigioso premio viene invece assegnato per le dichiarazione rilasciate sull’argomento da un non ben identificato portavoce della multinazionale a gamesindustry.biz:

“We regret that these images slipped through the proper EA approval process, they were not appropriate for our brand. The original site has been taken down this morning.”

Traduzione: “Ci dispiace che queste immagini siano sfuggite al normale processo di approvazione della EA, visto che non sono appropriate per il nostro brand. Il sito originale è stato rimosso questa mattina”.

Ovvero: Abbiamo pubblicato delle immagini pubblicitarie squallide perché puntiamo a vendere il gioco solleticando i pruriti sessuali degli adolescenti, dei pre-adolescenti e di tutti quelli che impazziscono appena vedono un paio di tette. Sapevamo benissimo di quella pubblicità, ma l’abbiamo rimossa soltanto ora che sono scoppiate le polemiche consci della eco ricevuta e contenti perché tanto l’effetto desiderato è già stato ottenuto. Adesso torniamo nei canoni e riprendiamo a difendere i sacri valori della famiglia cercando di ripulirci l’immagine e pubblicando un altro bel gioco con i Sims che fanno la carità ai personaggi di Animal Crossing.

Non c’è molto da aggiungere. Un altro meritatissimo Ano in Faccia per EA.

Fonte: http://www.gamesindustry.biz/content_page.php?aid=30998

Contra 4 – Recensione

Prodotto e Sviluppato da Konami | Piattaforma Nintendo DS | Data di Pubblicazione 2007

Contra 4Contra 4 è un gioco che parte da una grossa negazione.

Per apprezzarlo e capirlo basta dimenticare tutto quello che i videogiochi hanno preteso (dovuto) di diventare dalla generazione delle console a 32 bit (PSX, Nintendo 64 e Sega Saturn) che ha imposto il concetto di “esperienza” sopra tutti gli altri, modificando completamente il modo di percepire e “classificare” le performance ludiche, slegandole dall’abilità del giocatore per proiettarle verso un terreno più “morbido” e accessibile alla grande massa.

Contra 4 non è per tutti e non pretende di esserlo. Rinuncia da subito a tutti i possibili orpelli e si offre come un platform/sparatutto bidimensionale che fa il verso ai coin op degli anni 80 e che non accetta compromessi sulla sfida offerta: è difficilissimo. Quasi impossibile, se si considerano gli standard attuali.

I nemici sbucano da ogni angolo dello schermo, i proiettili seguono traiettorie insidiose, non esiste una barra di energia ma si muore con un colpo solo, le armi extra migliori sono difficili da raccogliere e in alcuni frangenti bisogna fare attenzione a tanti di quei pericoli che si è costretti a mantenere un’attenzione totale su quanto sta accadendo. Il livello di difficoltà più semplice selezionabile all’inizio di Contra 4 è già ben oltre gli standard della modernità.

Chissà come mai la Konami ha voluto sperimentare il ritorno ad un gameplay vecchio stampo così smaccatamente anti-casual gamer, tornando sui propri passi anche rispetto a molte delle variazioni che i vari capitoli della serie, succedutesi nel corso degli anni, hanno tentato di introdurre (con risultati altalenanti). Il risultato finale è sublime/disastroso a seconda del punto di vista scelto per giudicarlo. Non c’è neanche l’alibi di una storia da seguire per giustificarne l’esistenza.

Insomma, personalmente lo considero un capolavoro, anche solo per lo strappo che compie rispetto alla produzione media di questi ultimi anni e per il fatto che non cede a compromessi per cercare di accontentare tutti.

Prendiamo il primo livello. L’ipotesi iniziale del giocatore impigrito, è che sarà la solita sfida sottotono messa lì tanto per far impratichire con le dinamiche di gioco. Ma quando il primo nemico strappa la prima vita ci si rende conto che qualcosa non va e bastano pochi passi dentro il livello per accorgersi che non c’è tregua e, soprattutto, non ci sono scappatoie che consentano di avanzare senza impegnarsi. Dai lati continuano ad emergere soldati privi d’intelligenza che “riempiono” lo schermo riducendo lo spazio di manovra, mentre nemici posizionati in punti fissi sparano con precisione chirurgica contro il corpo virtuale del nostro povero alter ego digitale. Basta poco per capire che o passeremo i prossimi giorni a imparare gli schemi dei livelli o abbiamo sbagliato gioco ed è meglio passare ad altro.

Stavolta Jeff Minter s’è un po’ incazzato

Jeff MinterCosa può spingere un guru del videoludo come l’albionico Jeff Minter a minacciare addirittura l’abbandono del game development? A quanto pare, il fattore di stress deriva dalla considerazione che “un remake di Frogger, uno dei peggiori titoli nella storia dei vecchi giochi arcade, possa surclassare nelle vendite Space Giraffe per più di dieci volte a uno in una sola settimana”.

Il designer si chiede che senso abbia impegnarsi in nuove produzioni arcade se la stragrande maggioranza della gente si rivela semplicemente nostalgica dei bei tempi andati sull’Amiga, vanificando qualsiasi sforzo di innovazione nel genere.

In altre parole, al buon vecchio Minter sono cascati i cosiddetti per terra, constatando sulla sua pelle come le idee originali (delle quali Space Giraffe, disponibile sul servizio Live! di Xbox360, è stracolmo) non implichino automaticamente il successo. Una storia vecchia, capace ancora di ferire quei veterani che non smettono mai di sognare un’industria diversa da quella attuale.

Ah, quasi dimenticavo: potete rintracciare i flussi di coscienza dello Yak nel suo blog.

Spiderman FoF: un gioco senza l’Uomo Ragno

spiderman Spiderman: Friend or Foe è la negazione dell’Uomo Ragno. L’uomo ragno corre invece di librarsi sulla tela, apre porte per entrare negli edifici e rompe ostacoli piuttosto che scavalcarli con un salto o arrampicandosi sui soffitti.

Se il gioco non fosse incentrato su Terry Bogard che, tornando a casa da una festa di Halloween vestito da Uomo Ragno viene rapito da Nick Fury per salvare il mondo a suon di cazzottoni, non sarebbe proprio malaccio. Almeno per un gioco che abbia come protagonista un essere umano senza poteri che ama le risse.

Oltre a negare il topos dell’Uomo Ragno e a generalizzare i pattern di gioco tanto da essere un button masher al cloroformio, ci sono solo features pretestuose: gli upgrade delle mosse speciali sono inutili perché i nemici diventano proporzionalmente più forti, le situazioni sono contate e ripetitive, i cosidetti puzzle suggeriscono sin da subito cosa fare, i mediocri intermezzi sembrano solo voler ricordare che che l’Uomo Ragno ha dei poteri che il giocatore non userà mai in game.

E pensare che sarebbe bastato adattarsi alla tendenza del resto della produzione PSP e fare il semplice porting dei due bellissimi Spiderman usciti per PS1 anni orsono.

Friend or Foe? Sicuramente Foe.