Demigod è un gioco esclusivo per PC realizzato dalla Gas Powered Games e distribuito dalla Stardock (quella di Sins of Solar Empire, osannata da tutti per come ha reagito alle polemiche sull’alto tasso di pirateria su PC).
Con l’amore e la coscienza che li caratterizza, i videogiocatori hanno risposto bene a tanta considerazione nei loro confronti e, dopo il primo giorno dall’uscita, il report della Stardock è di quelli da incorniciare: per 18.000 copie originali vendute, ci sono 120.000 persone che hanno tentato di giocare con copie piratate.
Un risultato commovente, insomma, in cui i videogiocatori PC hanno dimostrato di tenere veramente al loro hobby, premiando chi ha lavorato per loro senza prestare orecchio alle sirene consolare.
Pensate, un videogioco che a quanto pare è uscito con pochi bug, giocabile sulla maggior parte delle configurazioni (dalla minima in su), dal prezzo abbordabile (a meno di non far parte del partito di quelli che i videogiochi tripla A li vogliono a 5€ appena usciti, che per inciso è un partito di idioti), esclusivo, senza protezioni invasive e che nelle prime recensioni ha preso voti molto alti. Il prodotto perfetto, insomma, quello che tutti invocano quando si parla di pirateria. Quello che, se esistesse, tutti acquisterebbero originale… a parole.
I fatti ci dicono che la depressione del mercato dei videogiochi PC non è casuale e che il confronto con quello console è deprimente.
I giochi PC costano meno (spesso molto meno) di quelli console, sono più versatili e configurabili ma vendono anche molto meno.
Il resto delle considerazioni pro e contro sono pure speculazioni e gli scarsi margini di vendita rendono inutili anche le giuste rimostranze di alcuni utenti, infastiditi da certi atteggiamenti dei publisher.
Un gioco di valore esclusivo per console può vendere diverse centinaia di migliaia di copie originali sin dal giorno di lancio. Su PC questo non avviene, tranne in casi rari che ormai si contano sulle dita di una mano, sempre che si consideri un range di molti anni.
Spero soltanto che le vendite di Demigod, se è vero che è un prodotto molto valido, s’impennino nei prossimi giorni, in modo da dare agli sviluppatori il successo che meritano.
ho sentito dire che parte del “merito” ce l’ha pure gamestop che ha messo in commercio le prime copie in anticipo rispetto al lancio… così c’è stato tutto il tempo per copiare il gioco (sprotetto) e per “distribuire” quelle 102.000 copie che non fanno tornare il conto
questo caso non fa altro che confermare quello che già si sapeva
Karat non fare l’elogio di Demigod perchè come gioco è veramente una mezza cagata …
Fin dal trailer mi ha sempre interessato, ma il mio Pc non raggiunge la configurazione minima; così come ho sempre sostenuto Stardock per il suo rifiuti di usare i DRM.
Inoltre ho sempre tacciato i discorsi sulla pirateria col fatto che i “furbi” scaricano per sentirsi fighi e non per il prodotto in se, evitando di comprare anche se fosse a 0,01€.
Fatta questa premessa trovo il rapporto pirateria e venduto a 7:1 anche una sconfitta ideologica del non uso di protezioni in rispetto agli utenti onesti.
Gas Powered per rientrare nelle spese potrebbe spostarsi su console e restarci.
Karat, sebbene in genere possa apprezzare come scrivi, noto che ogni volta che ti viene fornita la possibilità di parlare di pirateria perdi completamente di obiettività, ti attacchi ai soliti luoghi comuni e giri la questione nella tua direzione omettendo il resto.
Stardock non ha mai detto che i giochi non vengano piratati, dice solo che i sistemi di protezione sono inutili e che bisogna puntare a fare un buon prodotto per il cliente e soprattutto senza altri mezzi che ne limitino l’utilizzo o lo puniscano involontariamente.
Ciò che ha fatto veramente male al mercato pc sono state le spese pazze di marketing (perchè pare costi meno fare credere che un gioco sia ben realizzato che farne uno per davvero tanto si vende nelle prime settimane aiutati a recensione pagate e una volta acquistato gli utenti si arrangiano) e dallo sciacallaggio delle società che realizzano sistemi di protezione che costano un sacco a copia.
Tralasciando quanto possa essere veritiero o meno il numero di copie pirata citato da Stardock, in verità tentati accessi, non c’è da stupirsi. La gente ha voluto provare il gioco appena uscito, probabilmente non lo avrebbe acquistato o lo avrebbe fatto, nessuno lo sa, ma in generale nessuna differenza dal solito. Peccato che Gamestop abbia fatto la furbata di farlo uscire prima favorendo questo. Loro non erano affatto pronti con i server per supportare il gioco, in parte colpa loro perchè cmq non avrebbero fatto a tempo lo stesso, in parte sfortuna. Fatto sta che il gioco ha un sistema veramente da gonzi, ovvero nonostante il check di versione sarebbe bene realizzarlo via Impulse o comando apposito, ogni volta che il gioco viene avviato, anche per giocare in singolo, il check viene eseguito lanciando una specie di DDoS ai server del gioco.
Inoltre sbagli totalmente citando solo le recensioni positive, quando vedere un 10 su 10 dovrebbe minimo fare insospettire ad un giorno dall’uscita senza dare peso ai problemi di connessione che NON SONO DOVUTI al problema citato sopra, ma erano già presenti nella beta, non c’era garanzia di riuscire ad entrare in partita in certe condizioni e non era pronto per l’uscita. Cosa che ha fatto GameSpot, che cmq non è certo attendibile, ma che se non altro ha puntato questo fatto. E il suo voto non considerava solo questo ma anche la sfortunata pochezza del gioco, tecnicamente di buon livello, con appeal, ma veramente limitato e poco rifinito (io avrei aspettato ancora a farlo uscire): 8 mappe, 8 demigod con differenti alberi di abilità ma scelte quasi forzate (poca personalizzazione), 2-3 obiettivi diversi per modalità di gioco, single player ridotto ad un multi con personaggi controllati da una AI e senza storia, bilanciamente a meno a parere mio ancora da raggiungere.
Da questo punto di vista mi ha molto stupido che Brad Wardell abbia accettato di buon grado una recensione troppo positiva lamentandosi parecchio di quella di gamespot dicendo che si basa su problemi che saranno presto risolti. Non molto onesto secondo me. C’è da dire che quella di gamespot è stata bilanciata dai voti degli utenti che la portando da un 6.5 a un forse più serio 7.8
Se poi lui voleva un bel voto di metascore per vendere, allora ha sbagliato tutto.
Spero da acquirente in preorder, betatester e supporter di stardock, che in qualche modo risollevino il titolo aggiungendo magari ciò che manca, ma non posso non notate che in questo ci sia solo responsabilità dello sviluppatore.
Il gioco non è fatto male ma poteva essere fatto veramente meglio e alla fine non rispetta le aspettative. Nel caso di un fallimento di un titolo del genere, penso che dare la colpa alla pirateria o a una brutta recensione sarebbe solo una caduta di stile. Considerando i precedenti di GPG forse le problematiche sono da ricercare altrove.
Riguardo al discorso console, più che uno scarso numero di vendite pc, penso vada valutato come quelle per console siano esagerate (io li chiamo acquisti ladrati).
Se poi si spende così tanto per realizzate un titolo magari c’è qualcuno con le mani bucate.
Eppur io voglio volare come e più dell’esperienza pregna e diversificata classe 1998 (non-ritorno moderno della produzione PCistica?)! Mi preoccupano le ali mozzate sul nascere, il bel gioco che muore sul nascere dell’idea e dell’intuizione. Quindi mi preoccupa il gioco propositivo che muore da piccolo, soffocato da troppi batuffoli. Radica in me un nostalgismo deleterio che vorrei fosse propositivo nei confronti della nuova generazione. Il seme della scoperta e curiosità che oggi manca.
Faccio un po’ di chiarezza sul caso Demigod perché è un po’ pastrocchiato, probabilmente perché in Italia è stato riportato a metà.
Le cifre elencate non fanno riferimento a copie vendute come erroneamente dice Karat ma ai tentativi di accesso ai master server di gioco. I server non erano pronti per tale data (ma le gold warez si), perché GameSpot ha bucato la data di rilascio di una settimana, costringendo lo staff di Stardock a passare la Pasqua al lavoro per approntare i server necessari al rilascio anticipato (fallendo, per altro). Ora, un giocatore “legale” logga e gioca, un giocatore warez logga, il gioco si impalla perché l’autoupdater non va e riprova diverse volte, prima di lasciar perdere.
Da queste due ragioni (i negozi non hanno il gioco, i pirati si connettono diverse volte di fila per capire se la schermata nera prima dell’autoupdate appena loggano sul masterserver è un bug) escono le cifre dichiarate e riportate male. Le cifre vere cmq, parlano di 120.000 connessioni ai server in totale (e per il solo primo giorno) a fronte di solo 18.000 copie vendute al day one da GameSpot (praticamente il solo posto in cui si poteva acquistare al day one, prima che anche Stardock iniziasse a distribuirlo online). Insomma, non parliamo di 100.000 pirati, magari di 20-30.000.
Quest’oggi (il rilascio ufficiale del gioco è stato questo venerdì) Stardock ha aggiornato le cifre d’esercizio reali: ci sono circa 50.000 utenti univoci (cifra che speravano di raggiungere solo il mese prossimo) nelle ore di picco (quindi si possono stimare tra le 150-200K copie vendute) che giocano con una copia legittima *contemporaneamente*.
Il numero delle *connessioni* truffaldine rimane sempre stabile attorno ai 100.000 tentativi al giorno, ma anche per loro è dura capire quale sia proprio una copia pirata e quale sia semplicemente un utente con una connessione andata male per altri motivi (pare ci siano anche dei bug che danno dei falsi positivi in tal senso).
Insomma alla fine è stato un bel successo, nonostante svariate testate di pseudoinformazione si sono buttati a capofitto nella polemica ancor prima di capire (come raccomandava anche Stardock) quali fossero i reali numeri di questo disguido.
Tra parentesi Demigod era un gioco molto atteso e c’è qualcuno che è pronto a scommettere che GameSpot ha voluto “bruciare” Stardock per massimizzare i suoi profitti (GS non è la prima volta che si oppone alla distribuzione di giochi che vanno anche su canali digitali, Demigod sarebbe stato un suicidio non distribuirlo).
Il discorso della pirateria è un continuo arrampicarsi sugli specchi: a volte è “divertente” leggere le giustificazioni più o meno insensate che si leggono sui forum. Naturalmente un bel silenzio non fu mai scritto… soprattutto da chi della disonestà ne fa una bandiera.
Mi trovo totalmente d’accordo con Karat.
A me pare che ad arrampicarsi sugli specchi sia chi, non degnandosi nemmeno di leggere ciò che gli altri scrivono (altrimenti non si arriverebbe a vedere scuse ovunque), prendono ogni occasione come pretesto per argomentare falsamente le proprie posizioni omettendo a priori tutto il resto.
Un esempio di trattazione superficiale è, mi spiace dirlo, l’articolo sopra.
Puoi anche puntare i piedi per terra e sbraitare quanto vuoi… resta il fatto che difese come le tue sono puerili. 🙂
Chissà se uscirà mai un gioco degno di essere comprato per gli utenti PC 😀
Io qui di puerile vedo solo il comportamente di persone che per rimanere ferme nella loro posizione e portarle avanti con forza smettono di considerare i vari aspetti delle vicende (o a ometterne parti importanti prendendo solo ciò che va bene per ciò che tentano di dimostrare) e ciò che le altre persone dicono trovando unico modo per opporvisi lo svilirle con frasi di scherno o provando a mostrarsi brillanti.
Guarda, avrei detto la stessa cosa, circa il rimanere fermi nelle proprie posizioni o il vedere solo ciò che fa comodo a sé. Pensa un po’.
Ah, da fare i brillanti non c’è proprio nulla. Non se si parla di pirateria. C’è semmai solo da rattristarsi per come ragiona certa gente e per coloro che sono sempre lì pronti a giustificare creando le più disparate scuse al solo scopo di celare l’unico fondo di verità, ovvero che si scarica per convenienza.
Unica verità che voi accettate vorrai dire. La differenza tra cercare la verità e crearne una mi pare lampante. E qui sta la differenza tra il tipo di argomentazione che ho visto sopra e una vera ricerca.
Ci sarà poco da fare i brillanti ma è il tentativo di sicuro poco educato del tuo commento di sopra, trasformare gli oppositori in macchiette togliendo valenza al loro punto di vista invece che ascoltare e mostrarsi un po’ umili una volta tanto.
Tra l’altro mi devo prendere accuse quando non ho mai preso una posizione estremista come la tua o quella di altri riguardo un discorso che io vedo da una via di mezzo. Quello che ho scritto, se qualcuno l’ha letto, parla solo marginalmente di pirateria ma copre molti altri aspetti di questa vicenda in particolare.
Ma ricerca di che? Di frasi come “pirato per un futuro più libero”? O “pirato perché ci sono i prezzi alti” (salvo poi veder piratato tutto, anche il gioco che esce a 19 euro o meno?).
Ma per carità, ci sono miliardi di modi per spendere meglio il proprio tempo e per non accampare scuse. Non se si vuole essere perlomeno onesti da questo punto di vista, perché dietro alla pirateria c’è più che altro solo una cosa: accesso facile a tutto ciò che si vuole (direttamente dalla propria poltrona), costi solo relativi all’uso del PC, nessuna possibilità di essere colti sul fatto (non a livello del singolo utente, perlomeno).
Le accuse circa l’accampare scuse sulla pirateria del mio primo post non le ho rivolte esplicitamente a te, ma se le hai sentite tue allora ci sarà stato un motivo…
Le accuse circa l’accampare scuse sulla pirateria del mio primo post non le ho rivolte esplicitamente a te, ma se le hai sentite tue allora ci sarà stato un motivo…
Il motivo per cui sento mie le accuse, è perchè il mio commento prima del tuo, è forse l’unico ad essere andato in qualche modo contro all’articolo (in parte Matteo ha provato a rettificare tante imprecisioni di un articolo che ha preso con superficialità giusto ciò che serviva a tirare acqua ad un mulino tirato da pochi per il bene di nessuno) e che abbia toccato il discorso pirateria in tal senso. Se poi vuoi fare insinuazioni dovresti farlo chiaramente visti i toni accusatori.
Ma ricerca di che? Di frasi come “pirato per un futuro più libero”? O “pirato perché ci sono i prezzi alti” (salvo poi veder piratato tutto, anche il gioco che esce a 19 euro o meno?).
Il mercato dei videogiochi molti problemi e limitarsi ad una visione miope del “fenomeno” pirateria non è la soluzione. La ricerca serve ad avere un quadro completo, tanti punti di vista, non uno solo ed esclusivo di finti paladini della legge non molto più onesti nelle parole e pensieri di un qualunque ladruncolo.
Ma per carità, ci sono miliardi di modi per spendere meglio il proprio tempo e per non accampare scuse. Non se si vuole essere perlomeno onesti da questo punto di vista, perché dietro alla pirateria c’è più che altro solo una cosa: accesso facile a tutto ciò che si vuole (direttamente dalla propria poltrona), costi solo relativi all’uso del PC, nessuna possibilità di essere colti sul fatto (non a livello del singolo utente, perlomeno).
Non sei fedele alle tue parole, alla fine sei venuto qui a scrivere per accampare scuse anche tu. E dimostri di voler vedere solo quello che vuoi tu di questa questione.
Rinnovo l’invito a leggere ciò che ho scritto.
Beh, nessuno giustifica la pirateria, però c’è da dire che l’articolo qui sopra non rispecchia la verità e si basa principalmente sulle soliti voci da terrorismo mediatico che, guarda caso, si affacciano sempre sui mercati meno controllabili e, giustamente, più economici.
Nessuno ha mai commentato che nel 2008 le Xbox sono raddoppiate ma le vendite complessive sono rimaste quelle del 2007, con il 50% in più di hardware in giro, eppure in molti hanno riportato l'”insuccesso” di Demigod come l’ennesima conferma che la pirateria (ovvero: dei menefreghisti che mai e poi mai compreranno il tuo titolo originale, nemmeno ad 1 euro) avesse di nuovo rovinato tutto, poco importa se poi in realtà si è trattato dell’ennesimo boicottaggio mafioso da parte di GameSpot verso chi vuole distribuire autonomamente senza passare per le loro forche caudine.
Eppure Stardock ha già fatto gli obiettivi che si aspettavano tra un mese e questo quasi nessuno l’ha scritto, nonostante a molti (me compreso) è arrivata la newsletter in cui si citano i fatti uno dietro l’altro.
Nessuno ha ritenuto giusto scrivere perché GameStop (di solito rigidissima nel rispettare le street-date) ha cercato a di bruciare la distribuzione via Impulse, nonostante c’era il precedente Dawn of War II che fa capire molto bene il loro modus operandi o a coperto Demigod prima del lancio durante le beta più o meno pubbliche che ci sono state.
Tuttavia, non appena esce una notizia negativa che può polarizzare l’opinione verso altri modelli di mercato e piatatforme, eccola uscire, con i pr a ricatto che dovrebbero essere i giornalisti videoludici pronti a pappagallare la solita vecchia storia che su PC tutto è un fallimento per via dei pirati. Sinceramente non vedo scuse per chi pubblica queste allarmistiche notizie per tornaconto finanziario: ho solo pena per loro, se un modello più autonomo e community oriented perde piede, il servilismo della stampa videoludica e delle mafiette di distribuzione perde di utilità…
Che Demigod sia piratato è scontato (lo dice anche Stardock), che la pirateria abbia ucciso il gioco proprio no. Le serverside check erano previste (basta documentarsi) peccato che l’anticipo di GameSpot abbia obbligato Stardock ad andare live coi server clonati dell’ultimo closed beta-test (a cui ho anche partecipato), che non avevano protezioni né prestazioni adeguate (l’infrastruttura di debug reggeva al massimo 10K persone a pieno carico). Un vero e proprio boicottaggio fatto per accaparrarsi quelle poche copie fisiche che sono riusciti a vendere, visto che nessuno sa del gioco, al di fuori delle community internet.
A me fa piacere che ora abbiano rimesso tutto a posto e nonostante tutto, il gioco ha superato le loro più rosee aspettative, tanto che la settimana prossima l’infrastruttura hardware sarà già potenziata, visto che il limite dei circa 50K giocatori contemporanei è stato ampiamente superato.
I pirati non sono mai un reale problema (e con questo non li giustifico), in quanto rappresentano un settore di mercato perso in partenza: ci sono ovunque e spesso basta poco per incentivare gli utenti a comperare il tuo gioco (ah, tra le altre cose le vendite delle copie digitali del gioco hanno di gran lunga superato quelle fisiche, con mia somma goduria), basta investire i soldi in trovate intelligenti, invece che in marketing fine a sé stesso e in pratiche intimidatorie verso la stampa videoludica.
Non c’è nulla da insinuare. E’ tutto alla luce del sole.
La ricerca la si fa da 20 anni a questa parte, e guardacaso è sempre ferma dove è sempre stata, con la sola variante che la pirateria col tempo è divenuto un fenomeno sempre più allargato.
Ti farei leggere thread dove la gente ha inneggiato alla pirateria definendola giusta in nome della libertà (GamesRadar) o altri dove “eh, ma si pirata per il prezzo” (salvo poi vantarsi di aver piratato World of Goo) e sciocchezze enormi.
Indaga pure se vuoi. Poi magari facci sapere quali risultati hai ottenuto.
Mentre tu vedi tutto, eh?
La pirateria non si può vincere (almeno nel futuro prossimo) e questo lo sanno tutti. Che non sia un reale problema è però falso.
Precisiamo che questo articolo è stato scritto soltanto per far rosicare The Lamb e per nessun altro motivo. Anche perché è un articolo uscito di sabato e di una banalità disarmante.
Rimane il fatto che la pirateria su PC è una piaga ed è bene ribadirlo.
Così però sembri un poliziotto che pur di chiudere un caso arresta il primo che passa.
Almeno ci provo.
Forse è meglio dire che non è un problema così determinante. Meglio ancora che fa parte del tutto e non è cosa di cui stupirsi o allarmarsi.
Ho apprezzato l’intervento di Matteo perchè ha sicuramente mostrato la questione da un punto di vista più corretto. Ci ho provato anche io ma a quanto pare ho fallito.
Preciso che le vendite di demigod, per lo più digitali, arrivano in gran parte dai preordini. Anche se non credo che il gioco abbia rispettato le aspettative e nemmeno che si possa definire completo (non smettero di certo di acquistare da Stardock, ma qualche lamentela è lecita) ha avuto già il suo discreto successo. Per lo meno risoliti i problemi tecnici iniziali (connessioni, come detto colpa in parte dell’uscita anticipata, in parte di Stardock per non averli corretti per tempo visto che erano presenti anche in beta, problemi a registrare le copie retail) si potrà vedere effettivamente come si evolverà la cosa.
Quando imparerò ad usare sti tag sarà sempre troppo tardi…
“Pirateria? Boh, normale, nulla di che.”.
E’ una visione semplicemente banale, frutto ormai di un consenso popolare che è divenuto costume grazie al fatto che tanto non ha conseguenze alcune verso di sé (degli altri non ha importanza, ovviamente). E’ un usufruire del lavoro altrui senza retribuirne gli sforzi (e su questo c’è poco da girarci intorno), ma ormai anche questo è divenuto moralmente accettabile, persino corretto come dicevano diversi utenti su GR.
E’ un sistema anche estremamente ignorante, perché si basa sul “io scarico, ma spero che altri acquistino, perché altrimenti nemmeno io avrei di che piratare”. E’ in altre parole un egoismo molto forte e radicato (nonché incensurato), che pertanto in quanto tale è imbattibile.
Quel di cui mi stupisco è che la gente non si stupisce più…
“blockquote”, tra maiuscolo e minuscolo (come in HTML).
Ok prima ho usato q pensando stesse per quote. Grazie della dritta.
Nella vita ci si stupisce di poche cose, non vedo perchè occorra stupirsi in modo particolare di una singolare visione del fenomeno pirateria. Con questo non dico di ignorarlo ma è una cosa che insieme ad altre far parte di un tutto unico. Di cose non corrette è pieno ovunque, citarne solo una è quello che a me pare banale. Per come la vedo io la pirateria c’è, l’accetto come esistente come accetto tante altre cose e non credo che demonizzandola risolverò il problema (poi conseguenza a sua volta).
Riguardo le conseguenze, non è certo l’unica cosa che non ha conseguenze su chi la perpetua.
Non potrei essere più in disaccordo con quanto hai scritto sopra: trovo estremamente discutibile la posizione di coloro che “boh, ci sono tante ingiustizie a questo mondo… ergo perché fregarsene di una di esse in particolare?”. La pirateria non sarà una delle maggiori, ma un ragionamento tipico è deleterio.
Non comunque che sia solo tuo, anzi… è quello che va per la maggiore. Quando dicevo che è divenuto tutto ormai un fatto di costume (nel senso che ormai è culturalmente accettato che esista chi sfrutta il lavoro altrui senza retribuirlo) non prendevo affatto alla leggera la vicenda. E’ così che ragiona la gente: “di cose non corrette è pieno ovunque”… una in più o una in meno cosa vuoi che cambi?
Però poi a lamentarsi dell’appiattimento dei videogiochi e che questi siano sempre più diretti verso il mass-market invece che a quello degli appassionati si è tutti sempre primi…
Tanto peggio, ma ciò non muta la situazione.
Mi spiegherò male, ma la tua chiave di lettura su quanto dico io travisa sempre l’obiettivo mettendomi in bocca parole che non ho detto.
In verità, no. A meno che tu non sappia quello che scrivi.
Hai ribadito tra l’altro gli stessi concetti anche qui sopra.
Allora non so come tu abbia fatto a rispondere a cose completamente diverse da quello che ho scritto.
Marco ma hai letto cosa ha scritto Anelli?.
Sì.
> Precisiamo che questo articolo è stato scritto soltanto per far rosicare The Lamb e per nessun altro motivo.
E finora non è riuscito, visto che nessuno dei soliti trolloni è all’orizzonte.
Il problema della pirateria oggi deve esserci: sono almeno 10 anni che i grandi e medi studios (non solo ludici, ma anche cinematografici e musicali) hanno ingannato i finanziatori (troppo ebbri dai guadagni facili per sottilizzare) dichiarando che la conversione delle utenze pirata avrebbe fatto recuperare le inefficienze di processo interno o la vita da rockstar dei vari strati di dirigenza che si creano in queste situazioni. Nel frattempo la GI ha delegato a terzi il vero core business: il marketing (spesso fattio da società poco specializzate che trattano i VG come fossero saponette), la distribuzione, la localizzazione, persino il community management è lasciato in balia di terzi o precari assolutamente non specializzati (parlo di quello operativo, che poi ci sia un community manager pagato non vuol dire che esso faccia la differenza).
Il risultato è avere grandi e potenti aziende taglieggiate da chi distribuisce e preferisce vendere l’usato a prezzi molto alti, maggiorando i costi di listino del nuovo. Qui la pirateria c’entra poco.
Il problema è che se esce The Sims 9 EA ancora non avrà una comunità centralizzata degna di questo nome. Qui la pirateria c’entra poco.
Il problema è che pensano di vendere un prodtto che costa 60 euro (una cifra che spesso è maggiore del netto giornaliero medio che guadagna l’utenza mainstream che vorrebbero convertire) con lo stesso marketing del CD da 10. Qui la pirateria c’enta poco.
Il problema è che hanno la maggior parte della stampa dalla loro parte perché con le sponsorizzazioni tengono in piedi la baracca e la polarizzano in funzione del loro vecchio modello, non avendo confronti . Qui la pirateria c’entra poco.
Il problama è che ormai c’è più middle management in un progetto medio-grande di quanti operativi. Qui la pirateria c’entra poco.
Il problema è che hanno tolto qualsiasi autonomia agli sviluppatori e ai creativi, limitando il loro rapporto col pubblico, canalizzando i feedback solo verso esigenze di mercato (spesso imbarazzanti, chi ha mai letto una checklist di approvazione interna di un publisher sa a cosa mi riferisco) del tutto slegate dalla realtà. Qui la pirateria c’entra poco.
Il problema è che se la fanno sotto a vedere che un’aziendina da quattro soldi vende quanto il loro prodottone multimilionario facendo margini da paura e tutto grazie ad un forum ed attività concrete per tenere i clienti al centro del processo e piuttosto che imitare, pensano bene di chiedere un favoretto al Kotaku di turno quando si può mettere in giro la voce che invece di fare da soli, è meglio se regali tutto al publisherone di turno. Qui la pirateria c’entra poco.
Il problema è che quando hanno visto che il loro modello su PC non andava più e fioriva un’economia parallela fatto di giochi e community online che fattura più del doppio della GI “vera”, hanno preferito far finta che non esitesse e focalizzarsi su console (dove la pirateria è anche peggiore: oltre 120 Milioni di PS2 in giro e la media è 1.2 giochi retail a console) invece che cambiare modello di business. Qui la pirateria c’entra poco.
La pirateria rimane un problema? Certamente, ma bisogna dargli il giusto peso.
Di solito la conversione dell’utenza più impermeabile la inizi quando hai spremuto a morte il resto del tuo processo hai sfuttato tutte le potenzialità e le innovazioni a tua disposizione e non hai più scelta, non quando puoi trovare sistemi più semplici (ed economici) per rimanere economicamente a galla.
Grazie.
All’inizio, MIKO mi pare, parla dei soliti pirati che scaricano per provare. Beh, non ci sono scuse nemmeno se manca la demo.
Per certi prodotti la demo può essere inutile o deleteria. Con un prezzo basso è quasi meglio farne a meno, per favorire l’acquisto d’impulso, come andare al cinema anziché aspettare solo il Bluray.
L’acquirente dovrebbe scoprire che il gioco non gli piace solo quando l’ha comprato. Per farsi un’idea ci sono le recensioni. Io non chiedo indietro il biglietto se il film non mi ha soddisfatto!
Si parla poi di gioco promettente ma bruciato sul nascere (DOOM credo).
Non parlo per esperienza diretta, non ho provato il gioco, penso di aver giocato forse una volta al mod di Warcraft3 cui si ispira. BTW, giochi così raramente escono perfetti. Nel tempo vengono bilanciati e corretti (non parlo di bug). Se veramente vale, allora si vedrà. I server di WOW erano scandalosi all’inizio. HL2 non si riusciva a registrarlo per via di Steam.
Anelli poi parla degli accessi pirata. Ma dico io, uno che pirata un gioco, almeno la decenza di stare offline! Pure i 2dboys si sono trovati accessi illegittimi di gente che voleva solo entrare nella leaderboard.
Galdr, ma hai letto qualcosa di quello scritto in questa pagina?
Io se ho parlato di pirati che scaricano per provare, l’ho fatto per mostrare che è una cosa che si aspettavano e che è comune ad altri titoli, non è che il loro era diverso e non sarebbe successo. Parlo di previsioni.
Non sono daccordo col tuo discorso sull’acquisto di impulso. Tu dici che è meglio puntare sul fregare pochi soldi a molti che tanti a pochi (cmq Demigod non costa poco e non la considero in ogni caso una fregatura nel vero senso della parola). La pubblicità deve essere sempre veritiera e mostrare pregi e difetti di ciò che promuove. La pubblicità dovrebbe essere dimostrativa e non propagandistica e illusoria. Se la tua pubblicità fa immaginare ad un consumatore di potersi aspettare una certa cosa, poi è tua responsabilità fare in modo che l’ottenga.
Vendere sfuttando l’impulso della gente, è una truffa legalizzata, si basa sullo sfruttare la fiducia proponendo un prodotto che magari non rispetta ne aspettative ne la qualità richiesta e se non piace diventa pure un acquisto non sfruttato che però non costa nulla a chi lo produce (o meglio è una vendita extra perchè nessuno ne beneficia a parte chi lo produce).
Fosse per me, se il trailer confezionato mostra scene montate appositamente per attirare lo spettatore e poi il film è tutt’altra roba, non solo farei restituire i soldi del biglietto, ma darei anche una bella multa.
Quando proponi un tuo prodotto, cerchi di mostrare il tuo bel lavoro e speri che qualcuno sia così gentile da apprezzarlo e ripagarlo, ma non è una cosa dovuta che qualcuno vi si interessi e questo interesse non va ottenuto con l’inganno.
Se una demo è deleteria, allora o è confezionata male, oppure è un’ammissione che si sta tentando di fregare i clienti.
Penso ovunque sia stato citato il caso di WoW e altri titoli a livello di connessione dei primi giorni. Peccato che sia un discorso vizioso, che non tiene conto del pionierismo di questi titoli in periodi in cui non erano previsti certe moli di connessioni e la conoscenza di come impostare una struttura adeguata non c’erano.
Ora di tempo ne è passato.
Steam per contro ha praticamente mantenuto lo stesso problema fino ad ora, credo che il vapore si stia diradando…
Riguardo agli accessi pirata, come detto, non richiedevano che si provasse a giocare online in quanto il check veniva eseguito appena avviato il gioco.
Ho sbagliato a chiudere il tag di “blockquote”… 😐
Marco, da quello che hai scritto, capisco le tue remore. Sei solo dalla parte sbagliata di una disruptive technology e ancora non te ne rendi conto (come molte major). E’ un fenomeno tipico e molto interessante da analizzare e/o prevedere: http://en.wikipedia.org/wiki/Disruptive_technology
Per quanto mi riguarda, vedo spesso contratti di distribuzione/publishing (online, casual, mobile, retail ormai quasi più). Ho collaborato con diverse aziende a fine anni 90 che facevano casual games distribuiti autonomamente.
Una delle tante continua ancora oggi a fare casual multipiattaforma, anche su console (dove ha gabelle di distribuzione scandalose, che vengono accettate stoicamente come spese d’immagine, visto che il grosso dei profitti li hanno sulla distribuzione first-party), ha sempre avuto tassi di pirateria sull’ordine del 98% (tipico per i giochi casual, i meno apprezzati nello scenario). Non se ne è mai curata, eppure non si lamenta dei suoi margini, anzi, quest’anno ha segnato un record assoluto riportato da un sacco di testate del settore.
Te lo ripeto, in fondo si tratta di una rigidità di gestione tipica quando un’economia svolta. Quella su PC sono almeno 6-8 anni che è decisamente svoltata, è normale che i grandi player non riescano a metabolizzare la cosa e preferiscono ancora tirare le cortine di fumo… Effettivamente tranne Blizzard, nessuno ha cambiato ancora il suo modello di business, nonostante ogni anno sia sempre peggio del precedente a rimanere ancorati ai vecchi sistemi (ma tanto quei 3 milioni di pirati diventeranno 3 milioni di acquirenti, quindi va tutto bene).
@Galdr, hai perfettamente ragione. Come non si vergognano a scroccare anche il gioco online? Eppure lo fanno. Il mio discorso serviva per contestualizzare quelle cifre: un celebroleso che prova a giocare online con una copia pirata farà almeno un paio di tentativi prima di desistere, non credi?
Ricorda che chi pirata spesso lo fa prima di tutto per limiti culturali, non sa apprezzare quello che ha davanti, spesso anche perché non ha la minima idea di cosa sia quello che ha davanti in termini di lavoro e tecnologia. Ecco pure perché succedono idiozie tipo quelle che citi anche tu.
Devo però farti presente che spesso i ladder o i servizi di update sono volutamente senza server-side check proprio per valutare quanti pirati ci sono e da dove vengono. Spesso per i casual games possono essere locali o negozi dove si noleggiano console ad ore, cosa che va contro i termini di servizio e di solito è punita con una bella causa rastrellasoldi dopo accertamenti in loco da parte di personale autorizzato (lo fanno anche molte SH).
Secondo te una persona che dà ai “giochetti” il valore astratto che può avere una sculettata gratis di una velina alla TV pagherà mai per un videogioco\film\MP3? E’ una causa persa, purtroppo. Illudersi che basti il rimedio fascista del “li convertiremo tutti con le brutte” è vivere fuori della realtà, purtroppo. Il meglio che si può fare è cambiare il focus di applicazione dei giochi, portandoli online, rendendoli interattivi e incentivando gli utenti ad integrarsi in comunità (con o senza generazione di contenuti) che diano valore al prodotto che si promuove.
Da quel che ho scritto mi chiedo sinceramente cosa puoi aver capito di me… Di sicuro non ho capito chi sei tu, perché spesso sembra che tu parli da “insider”, con notizie superaggiornate, analisi di mercato approfondite e quant’altro. Sembri uno che lavora in questa industria, però poi mi pare che tu sia un consulente di Etnoteam (Value Team, ora… giusto?). Insomma, non capisco come inquadrare i tuoi post.
Forse tu hai visto una realtà abbastanza di margine, ove la casualità era non solo posta nei giochi realizzati, quanto nella loro realizzazione stessa. Pare che ci sia ovunque dilettantismo, ma così non è proprio, non se non si vuole generalizzare.
Le politiche sono quanto mai cambiate… stravolte in molti casi. Il punto è semmai che è un girare intorno al problema, perché salvo rari casi il problema pirateria non è aggirabile. E questo quello di Stardock lo sanno benissimo: ne hanno persino fatto una bandiera (“se non puoi combatterli, lascia stare”… una forma rivista del noto detto). Blizzard ha fatto successo in un campo dove l’impatto era più controllabile di altri, tutto qui. Ma diamine se si è cambiato il business… lo stesso DD di Valve, diamine.
Infatti il problema è proprio rendere il sistema controllabile, come ha fatto Blizzard (che po’ è la più conservativa in tal senso) e come hanno fatto decine di migliaia di studi indipendenti che hanno creato i diversificatissimi generi di giochi pienamennte o parzialmente online che vedi in giro e che l’ESA si ostina a non inserire nelle sue ricerche di mercato per non far sfumare l’appeal dei vecchi publisher e della loro egemonia su console.
Se non ti muovi nell’integrazione online (cosa che fa anche Stardock) sei destinato a perdere clienti perché il tuo gioco è meno
PS: si, una delle mie attività è come business developer (strategie aziendali) di Value Team, opero in circa 5 nazioni e tra le mie specialità ci sono i mercati emergenti dell’intrattenimento, inoltre continuo a lavorare indipendentemente nel settore GI, anche con supporto pro-bono. Il mio background tecnico mi permette di lavorare su diversi livelli. Sono uscito dalla GI a tempo pieno proprio quando ho inziato a vedere la crisi e l’incapacità di reagire dei grandi agglomerati, prima per trarre profitto dalle innovazioni con una mia società, poi vendendo le mie competenze a terzi per sopraggiunti grossi problemi di salute.
PPS: Cmq le disruptive technologies non me le sono inventate io. Un certo Christensen ne parla sin dal 95. Christensen parla delle difficoltà delle grandi aziende nell’accettare la minaccia dei download digitali (musicali) sin dal 2003 e aveva profetizzato persino il dare la colpa ai terzi (chi ricorda il 2006, quando iniziò il “crackdown” delle case discografiche contro la pirateria? iTunes ringrazia), per salvare la faccia a terzi verso i gruppi finanziari dietro il business. Se leggi quello che scriveva, ci vedi la cronaca delle difficoltà finanziare e gestionali che la GI affronta ancora oggi, peccato che sono 5 anni che quei testi sono vangelo per chi si occupa di economia industriale con cognizione di causa.
Cmq hai ragine, a volte forse esagero col dilettantismo :), mi faccio prendere dalla foga. Però devi ammettere che spesso nella GI c’è un atteggiamento di miopia estremizzata (almeno tra gli interlocutori con cui parlo io), specie se si considere che le grosse multinazionali viaggiano con almeno 4-5 anni di ritardo coi veri pionieri del mercato, e spesso non riescono nemmeno lontanamente ad uguagliarne le perfomance…
Ricorda sempre che queste sono le mie opinioni dovute alla mia esperienza, che spazia su parecchie realtà europee (ed asiatiche) ed è abbastanza indipendente per non essere costretta a farsi piacere determinati modelli a priori (in generale il campanilismo aziendale non è la mia virtù principale…).
Forse anche il fatto di aver visto qualcosa di “analogo ma diverso” alla GI mi aiuta a mettere sotto luce un po’ più obiettiva alcune analisi.
PS: a volte la mia retorica è aggressiva ma siamo qui per parlare, se ti senti aggredito dimmelo pure e cmq ti assicuro non era mia intenzione farti sentire tale 😉
I videogiochi che ci piacciono vanno comprati. Punto.
MIKO sei l’unico che mi ha letto come un attacco personale. Ho fatto nomi solo per far capire dove andavo a riferirmi, tanto che ero d’accordo con voi… non serve essere aggressivi.
Voglio iterare sul punto che mi riprendi, perchè forse non era chiaro (mi hai messo in bocca cose che non ho detto).
L’acquisto d’impulso non è per forza legato all’idea di truffa legalizzata. perchè mai? E’ una truffa mettere le caramelle vicino alla cassa? Ma non è poi questo.
Si, la pubblicità deve essere sempre veritiera, assolutamente. Sfortunatamente non è così semplice fare i distinguo, nemmeno giusto.
Certi giochi sono più facilmente comunicabili di altri, vuoi per il gameplay, vuoi per la grafica. Chi non ha la fortuna deve suggerirti l’esperienza alternativamente (lo sa bene chi va all’E3). Occhio che è sempre implicita la non illusione.
L’acquisto d’impulso è successivo all’hype. Hai visto un video e letto dei commenti, esci e compri Demigod… hai visto la locandina e il trailer in tv, esci e vai a vederti il film. Qui la fiducia non è stata affatto tradita. Che ci sia chi monta ad arte video e paga recensioni non implica che valga per tutti.
Mi tocca poi dirlo, a scanso di altri equivoci, si, chi confeziona “pacchi” andrebbe sanzionato (vedi gli spot delle suonerie per cell). Ma qui non centra.
Gli sviluppatori hanno vita dura per via di un mercato che non concede. La finestra di vendita in media è due settimane per un titolo AA. Bisogna massimizzare i tempi, perchè c’è già altra roba nuova in attesa di uscire. Con tutta questa concorrenza e quindi abbondanza, spesso l’utente prova e poi lascia lì. Anche se il gioco è buono, anche se gli piace. Domani esce qualcos’altro.
In quest’ottica, fare una demo non è conveniente. Ovviamente dovrei snocciolare tutti gli altri casi in cui conviene, ma non ci attacchiamo alle frasi fuori contesto, vero?
Un trailer mostra esplosioni e lotte marziali: sembra un buon film d’azione. Se il film non piace, chiediamo indietro il biglietto??
Una demo non è mai deleteria per il gioco, sebbene alcuni giochi di ampio respiro non ne giovino. Il problema è un mercato così veloce che le rende sconvenienti.
Galdr, mi scuso se posso essere sembrato aggressivo, ma essere attaccato a priori da quando ho iniziato a scrivere non ha aiutato.
Cmq quello che volevo dire riguardo al non aver letto era riferito a commenti su parti marginali che non erano il centro della questione. Che poi siano leciti ed eventualmente validi nessuno lo nega.
Io ritengo che l’hype, proprio per il concetto che ci sta dietro, debba prendersi responsabilità di subire le conseguenze del suo utilizzo. Leggere recensioni lascia il tempo che trova, si è visto come funziona. Per i commenti poi c’è modo di arginarli.
Faccio un esempio. Esce il film di dragonball. Magari le aspettative sono già basse per molti, ma tra campagna pubblicitaria e hype verso i fan che vogliono ancora vedere qualcosa raccontato di quel monto la gente va cmq a vedere. I soldi arrivano a chi ha realizzato il film, non c’è nemmeno il potere citato sempre dal consumatore di poter fare la differenza. Poi va al cinema e si trova qualcosa che di dragonball ha solo il nome. In un mondo normale, il giorno dopo si multa l’azienda che ha prodotto il film e la si diffida a lavorare nel campo per qualche anno. Ovviamente i soldi li deve restituire. Questo per evitare che gli salti in mente di rifarlo.
Cmq vabbe centrava poco in questo discorso, mi sono legato solo al tuo perchè mi è venuto in mente.
Io ritengo sbagliato, e qualcuno pare essersene accorto, considerare periodo di vendita le prime due settimane. Le prime settimane di vendita, anche il primo mese, sono solo merito della pubblicità, non vi è ancora merito nel gioco. È un modo poco onesto di lavorare. Puntare sulla vendita d’impulso, nasconde cmq il desiderio di fare soldi senza spendere e sfruttando le debolezze o la fiducia della gente. L’acquisto d’impulso va bene se il cliente è soddisfatto, ma se non lo è bisogna rimediare.
Il fraintendimento di toni è prerogativa di forum e blog, faccia a faccia ci saremmo capiti subito.
Sono molto d’accordo su come consideri l’hype, cioè non demonizzandolo a priori, infatti creare aspettativa è un fondamento già del design.
Responsabilità. Un punto su cui è giusto insistere, bada, detto da uno che ha un piede in entrambi i fronti.
La finestra di due settimane non è una scelta ma una realtà, che anche chi non spende un centesimo in marketing (perchè non ne ha) deve affrontare.
Fermo restando che l’acquirente non deve essere abbandonato a se stesso, penso che nemmeno debba essere cullato e difeso in ogni istanza.
P.S. non è una difesa della mediocrità, ne dello stile sopra la sostanza.
BTW, io ho preordinato ZenoClash.
Almeno ci siam chiariti.
Non sono convinto. Si è visto come possa facilmente non essere vero. Anche il successo dei titoli in budget potrebbe bastare a dimostare la differenza.
La vendita nelle prime settimane è il modo più veloce per tirare su tanti soldi a titolo. Se però smette di vendere dopo queste qualcosa non va (a meno che non l’abbiano acquistato tutte le persone della terra).
Io per esempio sarei a favore di un diritto di recesso, anche su DD. Infatti una cosa che mi piace di quello suggerito da Stardock, ovvero la possibilità di rivendere a terzi un prodotto acquistato, è proprio questa. Se il prodotto che vendi non supera un certo periodo di interesse, è facile che le persone se ne disfino vendendolo a qualcun altro, mancando di guadagni a chi lo produce (e mi sembra giusto visto che cmq non viene più utilizzato e conta quindi come singola vendita). In questo modo si invoglia chi produce a dare una vita maggiore e un supporto al proprio titolo. Ci sono pro e contro e questo bilancia le cose.
Il periodo delle prima settimane è qualcosa che è figlio del marketing malato degli ultimi anni, lo stesso che ha messo in crisi il settore.
La scelta di un periodo di vendita piuttosto che un altro è diventata una prassi e spesso ha solo peggiorato la qualità finale del prodotto ovvero ciò che alla fine arriva in mano a chi lo acquista.
Non dico che il cliente vada cullato, ma credo siano veramente poche le volte in cui sia tutelato o che pretenda troppo.
Inoltre ogni tanto penso, anche riguardo il discorso fatto un po’ di commenti sopra.
Se pratica della pirateria o altro viene considerato normale, in senso di comune, è male. Però ogni volta che si parla di strategie di mercato, marketing, processi produttivi e via discorrendo, si dice “è così, funziona così”. A me pare che qualcosa non torni. Forse non deve essere per forza così, si è deciso che è così perchè è veramente comodo e perchè chi ha creato certe materie di studio ha fatto in modo che le regole siano quelle, mettendo in secondo piano il vero obiettivo che non è fare soldi e basta ma è fare un buon prodotto che la gente voglia comprare e di cui sia soddisfatta. Solo allora l’acquisto è veramente compiuto, altrimenti ha un altro nome.
Dovrebbe essere rilasciato oggi. Io ho già completato il preload.
Se ci spostiamo nel forum è meglio (meno OT, più pratico, più visibile).
E di marketing tu cosa ne sai? Chiedo per curiosità, magari hai anni di esperienza nel settore, chissà. 🙂
Se poi tu, che lavori in un tal reparto, riesci a cambiare la gente, convincendola che un gioco vale non solo a breve distanza da quando è uscito, ma che vale anche nel tempo sebbene la grafica invecchi, sebbene la fisica non sia quella superfiga ultimo modello e che il gameplay è tutto… beh, in altre parole, se riesci a cambiare tutti, allora buon per te. Avrai sempre pieno successo. In caso contrario a quelle regole ci dovrai sottostare tu come tutti gli altri, perché come funziona il mercato non lo decide Pinco e nemmeno Pallino (sai cosa sono le dinamiche di massa?).
Quella dei soldi poi è sinceramente la solita tiritera da forum: “non si deve lavorare per i soldi”. No, certo. Tu infatti come tutti non chiedi uno stipendio al tuo datore di lavoro, lo fai gratis.
Ma è ovvio che si lavori per soldi, che alla fine si debba sempre fare i conti con “ma questo prodotto, per quanto scritto con amore, venderà?”. E se la risposta è no, col cavolo che spendi soldi e tempo a lavorare su qualcosa che poi ti manderà più vicino al fallimento o che ti farà vendere meno. Il che non significa affatto che non si debba fare il proprio lavoro al meglio delle proprie possibilità.
Per la cronaca, davanti a una questione del tipo “ma questo gioco lo distribuiamo in Italia? Ne vale la pena?” mi ci son trovato per ben due volte in dialogo con un distributore. Entrambe le volte la risposta è stata ahimè negativa anche se si trattava di due ottimi prodotti (in uno dei due casi c’è poi stato un retrofront successivo, fortunatamente), e questo per un semplice motivo: se io distributore devo rischiare di non guadagnarci nulla o peggio di andare in perdita, allora ovviamente non ci provo nemmeno.
Perché due ottimi prodotti non avrebbero venduto? Perché non sempre ciò che è bello e curato fa botteghino, anzi… e qui voglio proprio vedere chi riuscirà a cambiare la mentalità di tutta la gente solo tramite il marketing…