God of War: Chains of Olympus [seconda opinione]

Prodotto da SCEA | Sviluppato da Ready at Dawn | Piattaforma PSP | Rilasciato nel 2008

Sparare a zero su God of War: Chains of Olympus per PSP sarebbe troppo semplice. Non sarebbe nemmeno una cosa tanto originale, viste le recenti critiche mosse nei confronti del terzo capitolo su PS3. Cosa fare, quindi? Tacere l’immensa noia provata nel giocarlo o scrivere tre righe per cercare di evidenziare i (pochi) aspetti positivi che lo salvano dall’insufficienza?


Ho optato per questa seconda opzione, dato che indirettamente mi offre l’opportunità di esprimere un giudizio negativo sull’intera esperienza di gioco, offerta dal team dei Ready at Dawn Studios. Incominciamo, quindi, con l’applaudire l’unico aspetto dannatamente figo del titolo e cioè la sua realizzazione tecnica. Per intenderci, credo che se esistesse l’antidoping nel mondo dell’intrattenimento videoludico, la console portatile di casa Sony sarebbe senza dubbio risultata positiva a qualsiasi controllo. Non mi azzardo in valutazioni sullo sviluppo tout court che non mi competono, però credo che tutti quelli che hanno avuto la possibilità di metterci sopra le mani, siano rimasti colpiti da quella grafica tanto pulita quanto ricca di dettagli. Un altro elemento che mi ha piacevolmente colpito è stato quello della regia con cui hanno “girato” la sceneggiatura del gioco: cambi di inquadrature, piani sequenza, long take… Tutto molto bello e, soprattutto, molto efficace nel coinvolgere il giocatore. Infine, ho adorato l’usuale senso di onnipotenza che i controlli pensati per Kratos riescono ad infondere, a chi lo impersona. Per intenderci, credo che anche il “cane di Zave” (una figura leggendaria di cui, magari, vi parlerò in futuro) avrebbe potuto ultimare il gioco se solo qualcuno si fosse preso la briga di assumere il controllo del fantasma di Sparta, nelle sequenze dedicate al salto tra piattaforme. Per il resto, anche la povera bestiola avrebbe goduto come un grillo a menar fendenti a destra e a manca, schiacciando tasti a caso, ché tanto la combinazione giusta, prima o poi, salta fuori sempre.

Tutto il resto, a mio modesto parere, fa schifo. Dalla storia alla cornice narrativa, passando per i minigiochi erotici ai QTE, per finire con gli occhi di Gorgone e le piume di Fenice che, davvero, non se ne può più! Potrei concludere con l’affermare la sua natura di casual game, ma rischierei di offendere altri titoli in flash che, al contrario, meriterebbero di essere giocati, quindi mi fermo qui.

Credo sia opportuno segnalarvi che, su queste stesse pagine, il buon Vittorio “lamb-O” Bonzi scrisse una recensione ben più corposa e descrittiva. Nel caso in cui foste interessati, ecco il link!

7 commenti su “God of War: Chains of Olympus [seconda opinione]

  1. Purtroppo il mio commento è OOT, ma non posso ignorare il fatto che mentre leggo io stia indossando proprio la maglietta col buon Belkar sulla montagna di cadaveri.
    Ti assegno il merito di avermi fatto vedere la mia prima recensione “Grafica” (mi par di capire che l’immagine rispecchia il gioco) e indossabile della mia vita. 🙂

  2. Voleva essere Out of Topic…
    Accidenti ero appena riuscito a nascondere alla mia coscienza l’impellente desiderio di ascoltare “Lullaby” di TLoZ: OOT in 3D… come resisterò?

  3. Uhmm… be’ discutibile nel senso che non si gira abbastanza il coltello nella piaga, son piaghette, si tirano in fretta le conclusioni…
    Sinceramente questo è il primo god of che ho giocato. L’anno scorso. Di recente ho giocato i primi due capitoli canonici su PS2 (sono all’ultimo scontro del 2) e manco a dirlo direi che non si deve perdere solo il primo, il secondo è un bel gioco ma che si avvicina un po’ al passatempo, tante cose da vedere ma praticamente le stesse da fare, manca un po’ quel filo di continuità che rendeva molto bello il primo capitolo (forza narrativa compresa, pur essendo un action il primo può fregiarsi di essere molto buono in questo senso).
    Il capitolo per PSP riesce un po’ a rievocare la cupezza del primo capitolo, senza per questo distinguersi particolarmente a livello di gameplay, che ovviamente è la fregatura dei sequel.
    Oltretutto ho trovato le sequenze di combattimento del primo godof molto più intriganti a livello di sfida e meglio elaborate.
    Bell’articolo comunque, Turri(can)ini.

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