Piattaforma: Wii | Uscito il: 3 Settembre 2010
Sviluppato da: Project M | Pubblicato da: Nintendo
L’ultima avventura di Samus Aran è arrivata quasi all’improvviso, inattesa e latrice di moltissime novità sulla serie più innovativa (ma anche meno popolare) di Nintendo. Dopo l’ottima trilogia di Metroid Prime, infatti, Nintendo si lascia alle spalle il pur riuscitissimo ibrido Adventure/FPS e torna alle origini con un platform 3D, sviluppato nientemeno che da un’emanazione del Team Ninja capitanato da Yoshio Sakamoto (l’ideatore di Metroid) e dai designer degli episodi per GBA: lo studio Project M.
Il setting della storia, che si colloca subito dopo l’epilogo di Super Metroid, vede Samus Aran venir attirata in una gigantesca astronave-laboratorio della Federazione, la Bottle Ship, da cui proviene un messaggio che fa riferimento al cucciolo di Metroid che le aveva salvato la vita durante l’ultimo scontro con Mother Brain. Sulla nave Samus incontrerà il suo ex ufficiale comandante, Adam Malkovich, e alcuni ex compagni di squadra. L’evento si tramuterà in un tumulto di ricordi, rimpianti e rimorsi quando le personalità forti di Samus e Adam entreranno in rotta di collisione per risolvere il mistero all’interno della Bottle Ship: è vero che la Federazione lavorava illegalmente ad armi biologiche?
Il ritorno alle origini della serie, che si rispecchia anche in un design dei mostri più cartoonoso e fedele alle iconografie a 8 e 16 bit, non avviene tuttavia senza un radicale stravolgimento nel canone del gioco: questa volta non saranno le ambientazioni e i lasciti di antiche civiltà a suggerirci il background narrativo del gioco. In Metroid: Other M Samus parla.
Questa semplice modifca ha impatti non banali per tutta l’epopea fantascientifica che con Prime aveva raggiunto le dimensioni e la coerenza di un vero e proprio universo da Space Opera: non si potrà più tornare indietro. Il mistero dietro Samus è del tutto svelato: non è più solo un’orfanella soccorsa dai Chozo, ora è anche un’ex marine spaziale con una tendenza all’insubordinazione e con grossi problemi di autostima ed accettazione. Ed è proprio su questo che verte tutto Other M: Samus ritorna ad analizzare il suo passato e i suoi rapporti con il comandante Adam Malkovich. L’esperienza la porterà ad una maturazione interiore, esplorando alcune complesse implicazioni risalenti ai precedenti episodi, come il rapporto quasi materno avuto con il cucciolo di Metroid.
Tutto sommato, questa versione più poplare e meno sofisticata di Metroid funziona: la storia, la cui regia e il cui stile narrativo sembrano presi di peso dagli ultimi capitoli di Resident Evil, si muove con fluidità verso un degno epilogo e i costanti colpi di scena tengono il giocatore letteralmente incollato allo schermo; nonostante il level design sia forse il più scialbo della serie ed il gioco sia pressoché lineare, almeno sino alla sua conclusione, che ci permetterà di tornare ad esplorare la Bottle Ship per localizzare tutti i bonus nascosti e affrontare qualche boss opzionale.
Mi sento in dovere di fare una grossa critica ai controlli, che funzionano benissimo solo nelle sezioni di mappa in cui il movimento è bidimensionale (o vincolato alle due dimensioni). La scelta della croce direzionale per i movimenti e l’utilizzo di soli due tasti non è sempre ideale e, se garantisce controlli istantanei e perfetti nelle sezioni platform, risulta difficile da digerire quando ci si deve muovere in profondità sullo schermo e ci si accorge che Samus è vincolata alle 8 direzioni canoniche. Certo, il fluido engine ed il gamplay iperspettacolare alla Ninja Gaiden regalano momenti memorabili, grazie anche ad uno scripting delle mosse e delle varie finish che ha quasi del maniacale; tuttavia togliere il controllo al giocatore non è mai un gran modo di regalare emozioni e Other M lo fa un po’ troppo spesso.
Oltre ai problemi col movimento, infatti, in Other M non è possibile decidere chi attaccare: il sistema di controllo stabilirà automaticamente chi colpire sulla base del contesto e della prossimità. Una scelta che funziona benissimo nel 90% dei casi ma che vi farà imprecare come dei turchi con l’orchite per il restante 10%.
Per onorare l’idea tutta nintendiana che un gioco per Wii debba per forza avere a che fare con il motion control, anche Other M deve scendere a compromessi con il Wiimote, regalandoci un pessimo sistema per la gestione dei missili. Puntando il telecomando verso lo schermo il gioco entrerà in modalità soggettiva, in cui sarà possibile sparare come in un normale FPS. Anche qui lo schema di controllo limitato al Wiimote richiede un sacrificio: quando si spara non è possibile muoversi. Questo limite non è molto importante quando si combatte con nemici normali, ma diventa alquanto didascalico e farraginoso con i boss: essi avranno pause molto lunghe nei loro pattern per permettere al giocatore di entrare in modalità soggettiva, identificare i punti dove sparare (evidenziati da un conveniente bersaglio rosso) e lanciare una bordata o due prima di tornare a schivare. Pessime le (fortunatamente poche) modalità in cui si giocherà a Duck Hunt, facendo il tirassegno a diverse cose che ci vengono lanciate contro.
Nonostante il grosso handicap dei controlli (con cui si convive ma che certo poteva essere risolto in maniera più elegante), il gioco fluisce costantemente in bilico tra un citazionismo esasperato e la spettacolarità un po’ tamarra tipica del Team Ninja. La difficoltà è piuttosto bassa, anche in virtù di una linearità che lascia pochissimo spazio all’esplorazione e all’acquisizione dei power-up. In questo episodio, infatti, Samus sarà completamente equipaggiata sin dall’inizio ma dovrà ricevere l’autorizzazione da Malkovich per utilizzare le armi più potenti, solitamente durante scontri o eventi topici.
In definitiva Metroid: Other M è un buon gioco ma rimane un senso di irritazione che si prova quando si pensa che poteva essere ottimo. Siamo di fronte ad una svolta epocale per la serie, una sorta di reboot spirituale: Samus parla, il suo background ormai è più che definito e sono stati introdotti personaggi secondari che presumibilmente continueranno a ricoprire un ruolo nel prosieguo della serie.
Mah, aspettavo di leggere una rece vostra su questo titolo ma è un’analisi un po’ tecnica. Comunque è utile per sapere che putroppo qui l’esplorazione è sacrificata (che in teoria doveva aumentare viste le sezioni 2D).
Svolta epocale perché Samus parla: beh, in Metroid Fusion leggiamo spesso i pensieri di Samus, e guarda caso lì è presente per la prima volta personaggio di Malkovich (anche se non si vede mai mi pare).
Si ma qui si va ben oltre a una ventina di righe di flavor text che fanno da pretesto alla storia.
Se è per quello anche in Super Metroid ci sono delle frasi di Samus.
L’ho finito proprio pochi giorni fa e mi è piaciuto al punto tale da soffermarmi a raccogliere tutti i bonus per ottenere l’agognato 100%.
Credo che abbia influito molto il fatto che non ho mai trovato interesse per i titoli di Team Ninja, cosa che mi ha fatto avvicinare con pesante scetticismo ad Other M.
Si è invece rivelata una grande esperienza, con dei difetti, certo, in primis proprio i controlli, ma appassionante e lunga il giusto.
Per me promosso.