Questo 2008 videoludico è ormai volto al termine e, come di consueto, Ars Ludica stila una lista (che non vuole essere una classifica), in ordine alfabetico, dei titoli che hanno incontrato i favori della redazione.
Due brevi considerazioni: questo è stato un anno davvero ricco di titoli importanti e dai grossi investimenti, effettuati proprio a ridosso della crisi che ha colpito l’economia mondiale. Chissà se le software house e i publisher si ripeteranno anche l’anno prossimo: considerato il trambusto delle ultime settimane (vedi le aziende che hanno chiuso o ridotto il personale) siamo abbastanza dubbiosi.
Come avrete modo di notare, poi, c’è un giusto equilibrio tra titoli tripla A e titoli indipendenti o comunque sviluppati da piccoli team, a conferma della maturità raggiunta dai servizi di digital delivery di Microsoft, Sony, Nintendo e Valve. E’ un sistema che necessita ancora di olio e rifiniture, ma acquista sempre più importanza e consensi col passare del tempo.
Sotto coi premiati!
Braid (Xbox Live! – Number None Inc.)
ZeAvIs – L’ennesima dimostrazione che anche gli sviluppatori indie (seppur con enormi sacrifici) sono in grado di creare prodotti decisamente raffinati e ben congeniati. Ed è anche l’ennesima dimostrazione che il genere dei platform games a due dimensioni è tutt’altro che morto. Braid non fa che attingere a piene mani da titoli che hanno fatto la storia del videogiochi (Super Mario, Prince of Persia: Sands of Time), proponendo meccaniche già viste sotto una veste totalmente nuova e con un pizzico di ironia, che non guasta mai.
Castle Crashers (Xbox Live! – The Behemoth)
Monopoli – Un gioco in 2D in cui bisogna spaccare tutto, ammazzare tutti e arrivare in fondo senza quasi alcun motivo? Non può che essere un buon gioco. Castle Crashers è un po’ un Golden Axe aggiornato ai nostri giorni, con la grafica in HD, una vasta scelta di armi e il multiplayer online. Se Golden Axe era un gioco grandioso, una sua versione aggiornata non può che essere altrettanto, non credete? Questo gioco ci mostra che il 2D è vivo e vegeto e sa essere anche lui next-gen: personalmente sono rimasto più colpito dai suoi fondali animati, con una miriade di omini e frecce, che da giochi pazzeschi come Crysis. Sarà la vecchiaia.
Fallout 3 (PC, Playstation 3, Xbox360 – Bethesda)
Coolcat – Ce lo aspettavamo così oppure diverso? Ciascuno ci vede qualcosa di noto e di nuovo, ma la sostanza non cambia. Ogni risveglio nel mondo di Fallout 3 è il proseguimento di un sogno lasciato in sospeso la sera precedente, senza sapere se alla fine sarà un dolce dormire, o un brusco scatto di nervi per sfuggire da un incubo raccapricciante.
Grand Theft Auto IV (Playstation 3, Xbox360, PC – Rockstar North)
Cherno – Una primizia di quest’anno è sicuramente GTA IV, la cui struttura di gioco diventa più matura: Liberty City cambia, non è più il posto dove tutto è possibile, è un posto dove fare di tutto è necessario per sopravvivere: il lato oscuro del sogno americano. I personaggi sono meno stereotipati e finalmente più vivi e veritieri. Le vicende di Niko Bellic faranno divertire ed al tempo stesso riflettere su tante cose. Anche il gameplay si adatta a questa nuova filosofia, più maturo e meno caciarone. Ottima prova per Rockstar. Sicuramente un gioco da avere.
LostWinds (WiiWare – Frontier)
Turrican3 – LostWinds è una piccola perla del servizio Wiiware: graficamente validissimo, non sfigura di fronte a tanti giochi retail a prezzo pieno. Pur non brillando in longevità offre comunque un interessantissimo concentrato di giocabilità, un misto di puzzle solving e platforming che risulta estremamente gradevole e originale. Dita incrociate sin d’ora per il seguito, già in lavorazione negli studios di David Braben, che mi auguro riesca a replicare (e perchè no, anche superare) la bontà di questo inaspettato titolo.
N+ (Xbox Live!, Nintendo DS – Slick Entertainment Inc.)
Monopoli – Il titolo della Slick Entertainment è di quelli minimalisti: l’omino che controlliamo è stilizzato (MA E’ UN NINJA!! Che volete di più?) e il mondo in cui si muove ha si e no tre colori. Giocandoci sono rimasto folgorato dalla semplicità dei controlli: si corre e si salta, stop. Ma la sfida può diventare altissima, tra robot, esplosivi, laser e missili tutti da evitare. Che bisogna fare? Aprire la porta con un bottone ed entrarci per finire il livello. Se nel frattempo riusciamo a raccogliere anche qualche moneta, ben venga. E’ quel tipo di giochi in cui ti dici “dai, un altro livello e stop”. Ma no, finito quello, ne proverai un altro e così via fino a che non arrivano le tre di notte e forse è meglio andare a dormire che domani mi sveglio alle sette. Ancora un altro livello, dai.
No More Heroes (Nintendo Wii – Grasshopper)
z.e.r.o. – Pieno di citazioni, “nerdismo” spudorato e situazioni politically uncorrect, No More Heroes ci fa vivere le situazioni di personaggi improbabili in circostanze impossibili, in puro stile Suda51/Grasshopper Games. Il gioco mostra un’alchimia di temi assolutamente esplosiva: l’Otaku arrapato, la bomba sexy, cattivi improbabili, salvataggi sulla tazza del cesso, un gattino e lavori da teenager, il tutto condito da un’ottima colonna sonora rockeggiante e da uno stile visuale unico. Travis Touchdown è quello che tutti i videogamer vorrebbero essere: figo, nerd fino al midollo, estemamente bravo con le spade laser e con una moto che fa invidia a Lobo. Tra una citazione di Kill Bill ed una combo col Wiimote, vi ritroverete a giocarlo tutto d’un fiato e non potrete fare a meno di rimanere con un senso di malinconico una volta finito. More No More Heroes, please!
Persona 3: FES (Playstation 2 – Atlus)
ZeAvIs – Con tutto il fantasy e la sci-fi che ammorbano la scena ruolistica giapponese e occidentale, Persona 3 (e la sua evoluzione Persona 3 FES) è una boccata di aria fresca in un genere che cominciava a stagnare. Atlus ci porta a scuola di JRPG e ci insegna che non è necessario investire un budget enorme per realizzare un prodotto longevo, complesso, ben calibrato, ricco di contenuti e con tanta profondità, che riesce anche a proporre delle discrete innovazioni nella crescita del nostro personaggio e nell’evoluzione dei suoi rapporti personali. In attesa che Persona 4 arrivi anche sul suolo europeo, questo rimane senza ombra di dubbio il miglior JRPG degli ultimi anni.
Professor Layton e il Villaggio dei Misteri (Nintendo DS – Level 5)
Turrican3 – Un titolo molto curioso, divertente e ben realizzato. I suoi 120 e passa enigmi mi hanno tenuto impegnato per oltre 18 ore di gioco effettivo; il merito va sicuramente anche alla storia, costruita attorno ai segreti di questo paesino così particolare, che funge da collante tra gli indovinelli. Arricchita da gradevolissimi, brevi filmati in stile Miyazaki, ha svolto un ruolo importantissimo nel darmi lo stimolo ad andare avanti: in questo senso Layton 1 (come molti sapranno è una trilogia, il terzo episodio è stato rilasciato da pochissimo in terra nipponica) riesce alla grande dove Brain Training aveva – nel mio caso – fallito. Ciliegina sulla torta gli enigmi post-completamento dell’apposita sezione Challenges: questo gioco è davvero una miniera di contenuti extra.
Race Driver: GRID (PC, Xbox360, Playstation 3 – Codemasters)
karat45 – Race Driver: GRID è il punto d’incontro perfetto tra arcade e simulazione, ed è il frutto di una grande esperienza nello sviluppo dei videogiochi automobilistici. Stranamente, pur non avendo nulla che non vada e pur strabiliando per moltissimi aspetti, ha ricevuto valutazioni buone ma non eccellenti. Come scritto altrove, probabilmente la Codemasters dovrebbe spendere di più in pubblicità, così potrebbe prendere 10 anche se nel 2010 facesse un gioco con le auto indistruttibili.
Joe – Con molto coraggio Codemasters stravolge il marchio storico di Race Driver americanizzandolo all’eccesso e consegnandoci un gioco più arcade rispetto alle origini ma decisamente più spettacolare. Le sensazioni di contatto con gli avversari (dall’intelligenza artificiale sorprendente) e con l’asfalto raggiungono livelli mai toccati prima da un racing game; accompagnate da un motore grafico di prim’ordine e un sonoro eccelso, contribuiscono a rendere GRID un titolo fresco e solido. Difficilmente salterete un replay, sono tra i migliori mai visti.
The Graveyard (PC – Tale Of Tales)
karat45 – The Graveyard, oltre ai molti meriti concettuali, ha quello indubbio e immenso di aver costretto tutti quelli che lo hanno provato a riflettere su cosa sia in effetti un videogioco e su quale sia il suo scopo. Sicuramente controverso, probabilmente passibile di tutte le critiche che gli vengono mosse dai videogiocatori, è riuscito a far emergere più di qualsiasi altro titolo l’ottusità generale e la ristrettezza di vedute dell’utente medio, oltre alla sua onanistica necessità di classificare tutto entro schemi dati.
Valkyria Chronicles (Playstation 3 – Sega WOW)
ZeAvIs – Semplicemente il miglior Tactical JRPG degli ultimi anni. Se i JRPG sono un genere che cominciava a stagnare sia nelle idee che nelle meccaniche, i Tactical JRPG se la passavano ancora peggio. Valkyria Chronicles risolve tutte e due le questioni: propone un’ambientazione vista raramente in un gioco di matrice giapponese (steampunk ambientato in un universo ispirato all’Europa delle due Guerre Mondiali), e meccaniche di gioco che fondono turni e strategia con azioni compiute in tempo reale. Aggiungiamoci un discreto cast di personaggi e un ottimo assortimento di missioni, e abbiamo pronto il miglior gioco tattico che Sega abbia mai prodotto, sin dai tempi di Sakura Wars.
WipeOut HD (PSN – Sony/Studio Liverpool)
Joe – Dopo alcuni mesi di ritardo lo Studio Liverpool ci ha consegnato uno dei migliori downloadable games dell’anno: WipeOut HD. E’ un must have per chi possiede un moderno TV fullHD: il gioco gira a 60 fps costanti alla massima risoluzione ed è una vera gioia per gli occhi; oltretutto viene venduto ad un prezzo onesto (15 euro in promozione in questi giorni). In sostanza è un incrocio tra i due episodi usciti per PSP (da cui prende in prestito alcune piste) con una modalità single player da gioco full price (8 tornei) e una sezione online soddisfacente (raramente si riscontra del lag). Se non avete prosciugato la vostra carta di credito, fatelo vostro.
World of Goo (WiiWare, PC – 2D Boy)
Turrican3 – World of Goo è uno schiaffo al business del videogioco: il core team di 2DBoy è di sole due persone, e questi signori dal nulla han tirato fuori quello che probabilmente è il puzzle game dell’anno. Metti assieme un pizzico di Lemmings, l’immediatezza del puntamento col wiimote, una abbondante spruzzata di fisica e i margini di libertà concessi dal non doversi scontrare con i limiti di budget imposti dall’alto: il risultato, fortunatamente per noi giocatori, è andato oltre ogni aspettativa. 5 mondi, ciascuno con livelli non di rado belli tosti e una buona rigiocabilità, garantita dal “misterioso” extra “WoG Corporation” che invita a migliorare i propri record, fanno di World of Goo una delle più belle sorprese dell’anno.
Yakuza 2 (Playstation 2 – SEGA)
Joe – L’epopea di Kazuma Kiryu riprende in questo secondo episodio dopo la degna conclusione del primo Yakuza. Toshihiro Nagoshi ci offre un raro esempio di sequel che riesce a superare il predecessore sotto tutti gli aspetti, dalla storia al gameplay, offrendo varietà, personaggi memorabili e un plot intrigante. Pur essendo un titolo per una console vetusta (ma dura a morire), non sfigura nella realizzazione tecnica complessiva grazie all’ottimo lavoro di post produzione e regia. Yakuza 2 diverte e ci propone una storia ricca di colpi di scena, un binomio che dovremmo dare quasi per scontato ma che oggi spesso viene a mancare nei titoli anche più quotati, in barba all’alta definizione e alle DirectX 10.