Sviluppato da Playlogic Game Factory | Distribuito da Koch Media | Piattaforme: PC, PS3, Xbox 360, | Previsto per 23 Ottobre 2009 | Sito ufficiale
Che sia questo il gioco che American McGee non ha potuto o saputo fare?
Immaginate un mondo colorato in cui tutti gli alberi sono rigogliosi e fischiettano insieme agli animaletti pieni di buoni sentimenti. Immaginate vasti prati verdi, fiori ovunque, castelli in cima a montagne apparentemente inaccessibili, uomini pelati e molto simpatici che decidono di sposarsi e, soprattutto, personaggi piccoli e tondeggianti dall’aspetto buffo e simpatico che vivono in città in cui la gente sorride (addirittura). Cosa ne ha fatto McGee di una simile materia? Beh, ha preso un nano dotato del potere di trasformare il bene in male e ha mutato la favola in horror. Dovessi indicare il più grosso difetto di Grimm direi l’”incisività”, ovvero l’incapacità di portare fino al limite estremo il tema di fondo del gioco, rimanendo sul vago e non stupendo mai per crudeltà o ispirazione (come invece aveva fatto con Alice). Fairytale Fights sembra voler percorrere una strada simile, ma sceglie di lasciare intatta la bellezza delle favole… sfigurandola e inondandola di sangue (denso e voluminoso).
Le tenere creaturine che popolano il mondo di gioco hanno gli occhi di fuori e sanno usare spade, asce e coltelli. Se le danno di santa ragione al punto da massacrarsi (letteralmente) e da inondare di sangue i lussureggianti scenari. Ciò che rende promettente Fairytale Fights è l’estremo cinismo, l’amoralità programmatica e la capacità di osare, anche nella rappresentazione visiva, cercando di superare i limiti che hanno frenato titoli dalle ambizioni simili. I quattro protagonisti provengono da altrettante favole (degno di menzione il re nudo con una foglia davanti al pacco) e si muovono in un ambiente tridimensionale (mosso dall’Unreal Engine, detto per amore di cronaca) particolarmente curato e dettagliato che fa dell’eccesso la sua cifra stilistica (basta osservare l’artwork del castello di dolciumi che ho messo per illustrare l’articolo per rendersene conto).
Il tentativo di esasperare ogni elemento sembra evidente sin dal trailer, dove non mancano nemici facilmente riconoscibili ed entrati da tempo nell’immaginario di massa, come l’uomo focaccina e, soprattutto, i riferimenti a uno dei generi indie hardcore per eccellenza, ovvero quello degli arena shooter; particolari questi che danno precisamente l’idea di dove vuole andare a parare il gioco, che rimane comunque un hack’n’slash con elementi platform. Gli sviluppatori hanno dato addirittura un nome alla tecnologia di smembramento dei personaggi (Dynamic Slicing Technology… è fantastico, me lo sono segnato su un’agendina di pelle umana) affermando di voler dare al giocatore il controllo sugli affettamenti dei nemici (chissà se funziona… potrebbe tornarmi utile nel caso decidessi di seguire la carriera di serial killer, un mio vecchio pallino) e per non scontentare nessuno hanno realizzato più di centoquaranta armi adatte a tutti i gusto. Il pezzo forte del gioco sembra essere la modalità co-op con fino a quattro giocatori che potranno andare in giro a compiere interventi chirurgici a cielo aperto.
Riuscirà la causticità di Fairtytale Adventure a fare breccia in un Natale 2009 particolarmente affollato di titoli? In realtà dopo il matrimonio di Joe niente avrà più senso e il mondo finirà con largo anticipo anche rispetto alle profezie più aggiornate, quindi di cosa mi devo preoccupare?
Devo dire che come regalo di nozze potrebbe essere più che degno, prepara la carta!! 😀
ma c’è ancora gente che trova dissacrante e trasgressivo il giochetto del “graficacartoon-splatter”, “personaggitenerosi-splatter”, “ambientazionifiabesche-splatter”?
P6, mi dici un tuo modello di gioco? No, perché è da quando giri per questi lidi che sputi merda… ma ancora non ho capito cosa ti piaccia o cosa vorresti da un videogioco.
ma se sta roba è divertente da giocare tutti contenti, mica ci ho giocato. però sta storiella della fiaba splatter sta diventando inflazionata quanto mai, specialmente se ogni volta viene spacciata per la roba più cattiva e dissacrante mai vista (perchè si vede del sangue con sottofondo metal sotto?).
e poi sputare merda su tutto è lo scopo principale del web 2.0, non lo sapevate?
Devo dire che P6 su un punto ha ragione: basta vedere i post sotto ai video di YouTube – di qualunque tipo – per capire che c’è qualcosa che non quadra in questa cosa dei commenti…
Comunque avrai notato che Ars Ludica è nella grande maggioranza dei casi un luogo civile. Un motivo ci deve essere.
Mica ci vogliamo ridurre come gli americani che mettono un fuck ogni tre parole.
comunque non ho una grandissima considerazione della generazione videoludica in corso, giusto per chiarire la vena critica…
Beh, dicci cosa ti piace. Fai qualche nome.
In rete si sputa merda su tutto da almeno 3 lustri, altro che “web 2.0” 😀
L’importante è riuscire a tenere lontano lo spettro del nazismo (che prima o poi salta sempre fuori, anche se parli di broccoli) da ogni discussione :]
Ecco perché Facebook non consente di dire “non mi piace questo elemento”.
boh, potrei tirare fuori qualcosa tipo “lucas arts”, “nintendo” (non quella di giulia e dei cagnolini però), “tim schafer&doublefine” ma immagino siano nomi scontati…
Il fatto che siano scontati non li rende meno belli.
spezzerei una lancia per i Level 5; Professor Layton e il suo villaggio di curiosi rompicoglioni tiene alta la bandiera degli anni ’10 del videogioco.
ma gli anni ’10 non sono neanche cominciati…
Oramai le “fiabe dark” si preparano a soppiantare la Seconda Guerra Mondiale come “ambientazione banale” per eccellenza, fra un po’…
(oh, poi magari il gioco è pure bello)
Cavoli, mi avevano preceduto.