The Void

Titolo originale Turgor | Sviluppato da Ice Pick Lodge | Distribuito da Non distribuito ufficialmente in Italia | Piattaforme: PC | Pubblicato 2009 (versione tradotta in inglese)| Sito ufficiale


The Void non è un capolavoro. Di capolavori ce ne sono troppi. Molto meglio essere altro. La genialità di The Void risiede nella sua indivisibilità, ovvero nell’inscindibilità delle meccaniche di gioco dalla narrazione.

Prendete un God of War qualsiasi e iniziate a cambiare il preservativo che riveste la polpa. Ad esempio mettete una mignotta con un vestitino in latex al posto di Kratos, toglietele la mazza e fatele scannare i nemici a colpi di tacchi a spillo. Notate differenze a parte il manifestarsi di un’erezione adolescenziale dovuta ai continui ammiccamenti sessuali? Su, mandate in cantina quelle facce da ebeti, lo sapete bene che cambia solo l’epidermide.

Ora prendete il titolo di Ice-Pick Lodge e provate a modificarne un singolo elemento se ci riuscite. Lo distruggereste. The Void può essere solo The Void. La sua complessità è possibile solo perché è inserita in un certo contesto che le dà una logica ludica che è tutta narrativa. Il giocatore viene proiettato in un mondo straniante di cui deve per prima cosa dominare la diversità.

Qualche indicazione arriva dalla Sister (insieme ai Keeper fanno parte della popolazione umanoide del Void) che ha ridato vita al protagonista senza nome donandogli il suo cuore, ma in realtà, finché non si è fatta un po’ di pratica e non si è capito il ritmo del gioco, è molto difficile riuscire a penetrarne i meccanismi.

Tutto ruota intorno ai colori. Per prima cosa bisogna raccoglierli dalle piante o dagli animali (erba, alberi e lucciole), quindi bisogna farli filtrare da uno dei cuori (se ne possono portare fino a 21) trovati nelle diverse camere. Con i colori è possibile: parlare con le Sister e cercare di ottenere la loro fiducia, ridare vita agli alberi morti facendogli produrre altro colore, combattere contro i nemici, disegnare dei glifi per produrre diversi effetti, creare sfere per attirare le lucciole, spostarsi per le zone del Void tracciando il percorso da seguire e svariate altre azioni che non perdo tempo a elencare.

Di base ogni interazione consuma parte della riserva dei colori che va rimpinguata continuamente. È per questo motivo che inizialmente ci si trova in grosse difficoltà: non basta infatti crearsi un giardino e attingere la preziosa linfa vitale alla bisogna, occorre anche dosare bene la quantità di materia prima in nostro possesso per fare in modo di non rimanere a secco mentre si aspetta lo scorrere di un ciclo vitale, necessario per far produrre colore alle piante.

Purtroppo il tempo dei cicli vitali scorre solo quando ci si trova nel Void, dove si consuma anche parte del colore accumulato, oltretutto a una velocità decisamente vorticosa. Esauritosi il colore, arriva inesorabile la fine. Da questo punto di vista The Void è impietoso (un po’ com’era Pathologic, altro capolavoro misconosciuto di Ice-Pick Lodge) e si cura poco di indorare la pillola. In effetti dopo un paio di tentativi andati a vuoto, ho iniziato a concepire il gioco come una specie di strategico in cui ogni mossa va pianificata con cura per minimizzare gli sprechi. Ho anche iniziato a procedere con più lentezza, cercando di essere ben rifornito prima di affrontare le nuove zone.

Così sono riuscito ad andare avanti, affascinato dalla splendida ambientazione e dalla ricchezza del gameplay volutamente filosofico. Poi, quando tutto sembrava chiaro e procedevo abbastanza spedito, è arrivata la disgregazione di ogni certezza e la chiave di lettura usata fino a quel momento ne è risultata alterata.

The Void ha iniziato a pormi domande e a non dare più risposte facili, proprio come solitamente fanno le migliori opere d’arte. Il legame tra il giocato e il narrato è diventato ancora più forte. È difficile che un videogioco riesca a (o meglio, voglia) produrre un effetto simile. Non sto parlando di un qualche colpo di scena stile Shaymalan che ha la funzione di una bomba gettata sull’ordito della trama, ma di un’erosione graduale delle certezze acquisite che si traduce in una riflessione sul gameplay e sull’ottusità dell’accettazione implicita ma inevitabile di un sistema di regole, qualsiasi esso sia.

In realtà, per spiegarmi meglio, dovrei parlare approfonditamente della trama, ma evito accuratamente di farlo perché non sono arrivato alla conclusione del gioco e sarei molto parziale nell’esposizione.

The Void rischia. Rischia di essere sommerso dalla boria di una critica che parla solo dei titoli più pubblicizzati, abdicando continuamente al suo ruolo. Rischia di perdere il confronto contro il centesimo Zelda o il millesimo picchiaduro in cui premendo tasti a caso si eseguono evoluzioni miracolose. Rischia di finire nei denti di ferro di quelli che si lamenteranno per la troppa difficoltà. Rischia di venire snobbato rispetto a titoli come Uncharted 2, perché ha il coraggio di narrare presentandosi come un videogioco, senza nascondersi dietro lo spauracchio del film interattivo (ma non erano il nemico da abbattere?).

Anzi, meglio, perché ha il coraggio di poter essere soltanto un videogioco e di dimostrare che la mancanza di certe tematiche nei titoli maggiori non è dovuta alla natura del medium, come molti vorrebbero dare a intendere, ma alla pigrizia o alla cattiva volontà (o all’incapacità, perché no) degli sviluppatori e dell’industria tutta. Rischia anche di essere la prova definitiva dell’ipocrisia di quelli che dicono che la trama nei videogiochi è importante e poi ignorano senza sensi di colpa i titoli più riusciti e compiuti dal punto di vista strettamente narrativo.

Articolo apparso originariamente su Babel 20

7 commenti su “The Void

  1. Aspettavo un tuo articolo su questo gioco, indeciso se prenderlo o no.
    Da una parte mi affascinano le atmosfere e le meccaniche di gioco così particolari, dall’altra ho come la sensazione che non riuscirei ad apprezzarlo a pieno, non so bene perchè.

    Se non sbaglio è in vendita su Play.com, oltre che su Steam, credo ci farò un pensierino…

  2. The Void è un gioco molto complesso, ho dovuto smettere di giocarci perchè, proprio come indica Karat, è necessario pensare bene a tutto ed il tempo purtroppo non lo ho.

    Sicuramente è un gioco profondo e spietato nelle meccaniche come non se ne vedevano da un pò.

  3. Se è troppo difficile, eccovi i cheat:

    To activate the ingame console, you need to open the “game\data” folder and edit config.xml. Find the line containing: . Below it type: . Save, then launch the game.

    The console should be available with a press of “~”.
    Essential.
    • /turgor; Reach the state of turgor: get all organs, get full lympha. You won’t be able to aquire more organs upon using this cheat. Sisters will play dialogues assigned to meeting player in this state.
    • /stronger; Gives you the basic battle glyphs and some lympha. Useful for fighting hunters. It is highly recommended to use this instead of /turgor unless you want to jump into the “end of game” state.
    • /giveall; opens all body zones (all gestures will be availiable) and gives 200 drops of lypha of every type (free, active) and every color.
    • /add_fl ; Add free (memory) lympha of type [0..6] with ammount [0..500..+]
    • /add_al ; Add active (palette) lympha of type [0..6] with ammount [0..500..+]
    • /open_zone ; Get an organ [0..20];
    • /go #; Go to chamber #, where # = [1..35]. Some chambers are not defined. May cause conflicts with game’s logic if the player is supposed to enter the chambers manually (e.g. in the beginning of the game you ought to visit three chambers through the world’s map)
    • /openall; Unlock all chambers. Can’t be undone.
    • /gopt ; Go to the pointer inside a Chamber.
    • /save
    ; Save your game to file. Works only on the map (game save system doesn’t support saves inside the chambers)
    • /load
    ; Load a game from .
    • /talk_girl
    ; Talk to the girl .
    • /kill_girl
    ; Kill the girl .
    • /surface_exit [0..2]; Launch one of the exits to the surface sequences.
    • /final ; See one of the endings: self, both, = ava, aya, echo, eli, ima, ire, ole, una, uta, yani
    • /talk_hunter ; Talk to the Brother .
    • /talk_hunter

  4. Sembra davvero bellissimo, leggendo questa recensione ed altre su internet si ha la sensazione di avere a che fare con un gioco estremamente coraggioso.

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